Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Iconografia. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <512>
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Alessandro Cartocci
dal governo olandese, come il fratello Philip futuro direttore dell'Accademia di Belle Arri a L'Aia.
I fratelli Koelman erano a Roma dal 1840; vissero da protagonisti l'epopea della Repubblica Romana e da pacifici artisti arrivarono ad imbrac­ciare il fucile e salire sulle barricate, fautori spregiudicati delle idee rivolu­zionarie, subendo come avvenuto per tanti stranieri, il fascino di Garibaldi13)
Ma un'altra nota biografica ci fa capire questa partecipazione cosi impegnata: nel 1844 Jan Heindrich sposò una pittrice toscana, Enrica Fioroni vedova Narducci. Un suo nipote acquisito Paolo Narducci fu il primo caduto della giovane Repubblica, che difendeva come ufficiale di artiglieria nella giornata del 30 aprile, mentre suo figlio di primo letto Enrico, fratellastro di Romolo, divenuto in seguito direttore della biblioteca Angelica e poi dell'Alessandrina era cadetto del 4 reggimento della guardia civica.
Jan Heindrich Koelman ebbe in questo giovane intelligente e colto uno scudiero devoto e più tardi un amico fedele. Lo studio dell'artista, in via dell'Olmata, in un antico convento poco distante da S. Maria Maggiore, diventò il luogo di convegno di giovani dalle idee moderne e illuminate tanto italiani quanto stranieri.14)
Lo stabile in cui si trovava l'ampio studio a volta, di cui Romolo Koelman ha lasciato un dipinto intitolato Interno dello studio paterno (conservato nel museo di piazza Venezia), ora da molti anni trasformato in caserma, data dal XV secolo. Vi erano una decina di studi o più, tra cui quello che ospitava il Philippet che non potè non essere influenzato dai ricordi lasciati dalla famiglia del suo amico.
La società anonima italiana del Panorama gli commissionò il panorama del Gianicolo che doveva essere esposto nel settembre 1883.
II Philippet iniziò a dipingere nel 1882 proprio nel suo studio in via dell'Olmata i 12 quadri che dovevano essere il bozzetto nella proporzione di 1:10 per la grande tela di 120 metri. Terminò a dicembre dello stesso anno dandone notizia alla stampa.
H giornale L'Opinione di Roma del 1 febbraio 1883 nella colonna ti­tolata Arte e Storia fornisce al lettore un giudizio critico dell'opera altamente positivo, soprattutto in relazione alla accuratezza dei particolari e alla tecnica pittorica.
Il giornalista che dichiara di aver partecipato a quella gloriosa campa­gna e di rammentarne i più minimi particolari, dice di essere stato solleci­tato dal Pittore a recarsi nel suo studio per confortarlo con la sua memoria
1?) G. J. HOOGEWERFF, Prefazione a JAN PHILIP KOELMAN, Memorie romane, a cura di Maria Luisa Trcbiliani, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1963, voi. I, pp-V-X.
M> ivi, p. vra.