Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Iconografia. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <523>
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Libri e periodici 523
drammi là prodottisi anche in tempi recenti, giacché l'oggi è sempre legato al pas­sato. E ben presente in chi legge la complessità di una storia, segnata da vari e complessi aspetti di una realtà difficile, il cui tratto qualificante è condizionato dalla nota antitesi dei nazionalismi locali, assertori di programmi fortemente contrapposti. Di conseguenza, a seguito dei rigidi atteggiamenti poktico-ideologici miranti a deli­neare l'avvenire di una terra solo italiana o slava, si vanificano le scelte di coloro che, insofferenti del gretto sciovinismo locale, auspicano la pacifica e proficua con­vivenza di Italiani, Sloveni e Croati, e ciò a Trieste come in Istria, in Dalmazia co­me a Gorizia. Dunque, quelle terre sono la testimonianza di una storia drammatica e difficile, perché essa è scritta proprio dall'intreccio, quasi inestricabile, degli innu­merevoli fattori politici e linguistici, etnici ed economici là presenti, e resi vieppiù complessi da opzioni e comportamenti di assoluta negazione della civile e tollerante coabitazione di più genti, che, pur diverse per idioma e tradizione, tuttavia sono figlie del medesimo suolo: cioè di quelle contrade e campagne ripeto con Slataper dagli aridi ginepri e dalle rocce calcaree, dalla setolosa erba e dal penetrante pro­fumo di genziana... Eppure, in quei medesimi giorni di lacerante contrapposizione, di rifiuto della diversità etnica e di incomprensione, tratti comuni alle visioni di una Trieste rigorosamente italiana o slovena, si leva alta la voce di uomini, che, giuliani per nascita e cultura, propugnano inediti e audaci propositi, intesi a superare le di­vergenti ed estreme esaltazioni nazionaliste, per l'affermazione della pacifica e civile convivenza fra più popoli. Ecco, Pittoni e Domokos, Vivante e Susmel sono i nomi autorevoli del Socialismo adriatico, e cioè dell'originale idea, di forte influenza au-stromarxista, dello Stato asburgico riorganizzato su basi federali e democratiche, per cui, ricomposte tutte le diatribe nazionali, sia edificata gradualmente una nuova so­cietà plurietnica e giusta. Dunque, i socialisti del Litorale optano per il rigoroso ri­spetto della linea socialdemocratica di tradizione viennese, se è vero che essi di­ventano gli strenui assertori, nella loro terra, del programma di Briinn; e ciò anche in forte polemica sia con i compagni trentini sia con il Partito italiano. Proprio la diversità, del modo di porsi di fronte al nesso statutario asburgico, finirà col pro­durre un'insanabile rottura tra i compagni di Trieste e quelli di Trento e, di conse­guenza, l'insuccesso della. Federatone dei sonatisti italiani in Austria. Per la determi­nante influenza di Cesare Battisti, infatti, adesso più vicino, per programma e elaborazione teorica, ai socialisti italiani, i Trentini, fortemente pervasi di ideali pa­triottici e risorgimentali, innalzano la bandiera dell'irredentismo, per unite final­mente Trento e Rovereto all'Italia. È la fine politica e ideologica delle due anime del Socialismo italiano in Austria! In seguito, neppure la guerra mondiale ricompor­rà tale spaccatura, per contro essa si accentuerà sempre più, perché lontani, molto lontani risulteranno l'irredentismo socialista trentino e i'austrosocialismo giuliano. Ih concomitanza con l'ultima Austria imperiale, la Sùdbahn e Servola, il can­tiere San Marco e la ferrovia Transalpina simboleggiano le incisive trasformazioni economiche e sociali di fine secolo. Esse sono alcune delle molteplici iniziative im­prenditoriali, che, maturate durante la proficua stagione di riforme tra Ottocento e Novecento, determinano l'opulenza della città. In definitiva, è la chiara immagine di Trieste, centro borghese e intraprendente, ricco e laborioso, dove la Borsa e il IJoyd assurgono a luoghi privilegiati delle strategie mercantili cittadine. Tale è, per grandi linee, la storia della Venezia Giulia al tempo del crepuscolo asburgico, quan­do, nei giorni dell'imminente e fatale catastrofe della grande guerra, l'irrazionalità e la passione, l'intolleranza e l'egoismo condizionano, con sempre maggior forza, le