Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Iconografia. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <525>
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Libri e periodici 525
dal repubblicano La Crònica de Cataluna e uno dall'anche repubblicano Et Indepen-diente).
Portando avanti una così sistematica ricerca nella stampa della Barcellona otto­centesca, Montsérrat Casas ha avuto l'occasione di trovarvi interessanti scritti sul suo argomento di ricerca e anche, in particolare, ha potuto individuare lettere ivi pubbli­cate che venivano spedite dall'Italia da alcuni personaggi catalani non irrilevanti. Questo è il caso di Juan Mane y Flaquer o del militare Joaquin Mola y Martmez,
Il piccolo libro che ora ci occupa è una raccolta delle lettere che Juan Mane y Flaquer scrisse durante il suo viaggio in Italia nel 1862 e che vennero subito pubbli­cate sul Diano de Barcelona-, nel quale egli si occupava della critica letteraria e musi­cale. Juan Mane y Flaquer (1823-1901) fu. un giornalista catalano di grande spicco. Liberale moderato, esercitò un'enorme influenza sull'opinione della borghesia con­servatrice e regionalista di Barcellona durante tutta la seconda metà del secolo scor­so. Buon conoscitore di Alfieri, Pellico, Foscolo e Manzoni, e ammiratore dell'opera di Cesare Balbo benché ne criticasse la sua soluzione confederale , Mafie y Fla­quer si occupò nei suoi scritti della situazione politica italiana solo dal 1859 e almeno fino al 1881. Non è da sorprendere il fatto che non se ne fosse occupato già prima, per le rivoluzioni del 1848, e in modo speciale per la Repubblica romana del 1849, visto che Mane era già redattore del noto giornale fin dal 1847; però è comprensibile dato che questo giornale non subì forti innovazioni tecniche e ideologiche fino agli anni '50, diventando solo dopo la rivoluzione del 1854 un moderno giornale di opi­nione. Mane colse l'occasione del pellegrinaggio a Roma di un importante gruppo di cattolici legittimisti catalani per la canonizzazione di san Miguel de los Santos (nativo di Vie, Barcellona) nell'estate del 1862 per partire anche lui verso l'Italia. H 28 mag­gio arrivò a Roma, dove rimale fino al 18 giugno, data in cui s'imbarcò per Napoli. 1/8 luglio partì alla volta di Civitavecchia e poi di seguito a Livorno, visitando Pisa, Firenze e Siena. A partire dal 18 luglio era a Genova e il 20 a Milano e Pavia, visi­tando poi Como il 22 e Lugano il 23. L'ultima tappa fu a Torino da dove spedì la sua cronaca finale il 30 luglio. Mane y Flaquer tornò a Roma 17 anni dopo, nel 1879, per ricevere un'onorificenza pontificia offerta dal papa Leone XIII al Diario de Bar­celona.
In realtà, Montsérrat Casas ha voluto ricostruire il giornale di viaggio di Mane y Flaquer, offrendo un volumetto che ne costituisce il suo resoconto di viaggio in Ita­lia, anche perché l'unico libro che egli aveva pubblicato (insieme a Joaquin Mola) su qualche argomento italiano era la loro nota Historia del bandolerismoy de la camorra en la Italia meridional (Barcellona, 1864, pp. 633), storia che da sola certamente non ren­deva l'idea del suo grande interesse per l'Italia. Invece nell'introduzione a questa rac­colta di Casas i Nadal, ella sembra sottolineare (pp. 4-5) che -l'obiettivo di una tale pubblicazione sia offrire un nuovo punto di vista, una nuova prospettiva della perce­zione spagnola (di giornalisti e viaggiatori) fino adesso conosciuta sull'Italia del Ri­sorgimento, per quanto l'analisi di Mane y Flaquer è veramente peculiare, ma allo stesso tempo rappresentativa proprio perché di un conservatore e regionalista cata­lano. Perciò sia questo lavoro, che quello che la curatrice sembra avere in mente (in­fatti Montscrrat Casas annunzia nelle pp. 10-11 anche la prossima pubblicazione di una selezione o antologia degli articoli politico-militari che il brigadiere Joaquin Mola y Martinez (1822-1882) spedì dall'Italia al suo giornale quando fu inviato alla seconda guerra d'indipendenza italiana quale corrispondente del Diario de Barcelona) sono progetti da incoraggiare, non soltanto per la difficoltà intrinseca del lavoro di localiz­zazione nella stampa ottocentesca, ma perché offrono una nuova fonte storica già