Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Roma. Iconografia. Secolo XIX
anno <1998>   pagina <530>
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530 Libri e periodici
italiana della seconda metà dell'Ottocento un obiettivo da raggiungere. L'abban­dono di quella esperienza nell'Inghilterra dell Novecento e l'affermarsi della demo­crazia assembleare inevitabile conseguenza dell'allargamento del suffragio elettorale, per molti versi auspicato proprio da Salandra con la presenza di un ceto di profes­sionisti della politica, spingeva ancora una volta lo statista pugliese a nutrire profonde preoccupazioni per la salvaguardia delle garanzie di libertà dei cittadini
Nel saggio Salandra meridionalista (pp. 99-107) Antonio Jannazzo sottolinea come in Salandra la difesa dei diritti individuali- si saldasse alla esaltazione del ruolo della borghesia, la quale ai suoi occhi non rappresentava una classe sociale ma finiva per essere una concezione del mondo, indirizzata com'era ad affermare interessi uni­versali e non particolari, generali e non di classe: alla luce di ciò, con molta chiarezza nel 1906 Salandra si dichiarava portavoce degli interessi di tutti e non solo della classe sociale a cui apparteneva. Egli riponeva la propria fiducia nel proprietario in quanto individuo dotato di spirito di intrapresa e di capacità di rischiare in proprio senza attendere le provvidenze statali; quando si tese conto che era molto difficile far leva su tale figura di imprenditore agricolo, perché la politica fiscale del governo colpiva in maniera consistente la proprietà fondiaria del Mezzogiorno attraverso un inasprimento del prelievo fiscale ed impediva in tal modo la formazione di quei ca­pitali che potessero essere investiti nei processi di trasformazione agraria, egli si orientò con decisione verso una difesa protezionistica della cerealicoltura meridiona­le, anche se non smise di battersi in parlamento e nel governo per una consi­stente riduzione dell'imposta fondiaria (su tali tematiche richiama l'attenzione anche il contributo di Raffaele Colapietra, Tra cultura politica ed analisi economica: Salandra interprete delta realtà sociale e civile della Capitanata, pp. 109-128). La scelta protezioni­stica non era ispirata in Salandra soltanto da motivazioni economiche, ma anche po­litiche: forte era l'esigenza di difendere le ragioni del Mezzogiorno e di arrestare quei pericolosi processi di disgregazione politica, che investivano i ceti medi meridionali di fronte alle scelte industrialiste dei governi nazionali e che avrebbero infatti di lì a qualche anno progressivamente condotto la borghesia meridionale su posizioni più inclini all'autoritarismo e al nazionalismo che al liberalismo.
MARCO PAOLINO
PAOLO ZJLLER, Giuliani, istriani e trentini dall'Impero asburgico al Regno d'Italia. Società, istituzioni e rapporti etnici (Civiltà del Risorgimento, 53); Udine, Del Bianco, 1997, in 8, pp. 251. L. 28.000.
Questa raccolta di saggi vuole offrire un profilo storico attento e puntuale delle problematiche più significative nei vari campi politico, istituzionale, economico e sociale che vennero ad interessare gli austroitaliani negli anni intercorrenti tra l'avvio dello Stato asburgico sulla strada di un moderno costituzionalismo e, a con­clusione della Grande Guerra, il processo di omologazione delle terre redente all'ordinamento giuridico del regno d'Italia. Nella varietà degli argomenti trattati, emergono alcuni motivi conduttori, quali la questione delle autonomie provinciali, con particolare attenzione ai casi del Trentino e dell'Istria, e quello più generale della convivenza di nazionalità diverse nei domini subalpini dell'impero asburgico.
Già nel primo saggio, sulla Società trentina, la legislazione sociale austriaca e la Re­rum Novarum, il tema dell'autonomia amministrativa del Trentino dalla Contea prin-