Rassegna storica del Risorgimento
Risorgimento. Storiografia
anno
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1999
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Carlo Ghisa/berti
vinta, con ben altre motivazioni e con effettivo entusiasmo, contro l'eterno barbaro della poesia carducciana.4)
Non ho nozione, se non scarsa e frammentaria, del lavoro che impegnava mio padre nelle ore trascorse all'Ufficio Storico. So, però, che, nei momenti di pausa, nel corso degli anni accademici 1941-42 e 1942-43, aveva trovato il tempo, evidentemente autorizzato dal Capo dell'Ufficio, sensibile a queste esigenze, di svolgere contemporaneamente talune lezioni del suo corso di Storia del Risorgimento alla Facoltà di Lettere dell'Università di Roma. Corso che invece mancò nel successivo 1943-44, a causa dell'occupazione tedesca della città, svolgendosi naturalmente solo dopo la liberazione di questa da parte degli angloamericani nel giugno 1944. So pure che sui quattro anni trascorsi da lui in quel particolare ambiente militare, fino al congedo avvenuto nel gennaio 1945, ambiente che gli consentì entro certi limiti di continuare l'insegnamento, espresse sempre un giudizio positivo malgrado le circostanze, davvero non liete né facili, in cui, a causa degli eventi che travolsero nel 1943 il paese e l'esercito, si venne a svolgere la sua vita, giudizio ribadito pubblicamente in un incontro di studio: A chi parla disse allora sorride, dolce nella memoria, il ricordo del tempo, drammatico tempo per tutti coloro che lo vissero, in cui ebbe l'onore di far parte dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, nella sua duplice qualità di laicus e di clericus.s)
Da ciò che diceva allora a noi, suoi familiari, suU'attrvità che svolgeva nelle ore trascorse a Palazzo Baracchini, in via XX Settembre, nel vasto edificio dì fronte a quello che allora si chiamava il Ministero della Guerra, non posso trarre molte notizie. Non solo a causa della sua riservatezza, d'obbligo per un ufficiale dello Stato Maggiore, ma anche perché non era portato a parlare, o addirittura ad enfatizzare, ciò che faceva. Ricordo, però, che aveva detto sovente dell'impegno posto nella raccolta e nell'ordinamento di materiale documentario relativo alla prima guerra mondiale, nella
<) O BOVIO, Alberto M. Gbisalberii e l'Ufficio Storico dell'esercito, estr. dal voL In memoria di Alberto M. Ghisalberti cit, pp. 119-123. La traduzione del classico Della Guerra di Karl von Clausewitz fu pubblicata con l'indicazione: Stato Maggiore del Regio Esercito, Ufficio Storico, Roma, 1942. Nel frontespizio, ignorando inspiegabilmente il grande lavoro, specie di revisione finale del testo, compiuto soprattutto da Vincenzo Errante, erano indicati come traduttori soltanto il generale di Corpo d'Armata Ambrogio Bollati, senatore del Regno, e il tenente colonnello Emilio Canevari. Le velleità di affrontare i testi della storia militare del mondo classico restarono allora senza esito. Solo un trentennio più tardi comparirà il libro di C. MOSCARDEIU, Cesare dia... Una lettiera del Bellum Galliciim Roma, 1973.
5) Questa affermazione è stata riportata da O. Bovio, Alberto M. Ghisalberti dfc, p. 120.