Rassegna storica del Risorgimento

Risorgimento. Storiografia
anno <1999>   pagina <7>
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Una memoria inedita
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predisposizione di tanti appunti e di tanti notiziari dall'oggetto più disparato per le autorità superiori, e della facilità con la quale, data l'appartenenza allo Stato Maggiore, veniva a conoscenza di dati e di informazioni da altri conosciute solo successivamente. Più di tanto non ci comunicava, ed anzi quando noi volevamo conoscere qualcosa di più cambiava discorso facendo capire che non era il caso di trattare e discutere argomenti per loro natura riservati. Comprendevamo, però, dal suo sguardo e dal suo stato d'animo come quei dati, e quelle informazioni confermassero la previsione della futura sconfitta dell'Asse che aveva formulato sin dall'inizio della guerra e che aveva ritenuto più che certa per la tenace resistenza dell'Inghilterra, all'indomani del crollo della Francia nel 1940.
Mia madre ed io, comunque, riuscimmo a sapere da lui, inviato in una breve missione in Slovenia, agli infoi del 1942, che era venuto a conoscenza delle atrocità compiute da ustascia, nazisti ed anche da fanatici squadristi fascisti contro partigiani ed ebrei6) Ciò lo aveva colmato di sdegno e gli aveva generato timori per il futuro che vedeva addensarsi di nubi, facendo­gli anche comprendere con forte anticipo la necessità di sottrarre la sua famiglia ad una brutta sorte, nel caso in cui l'Italia e Roma cadessero sotto totale controllo tedesco. Sorte che ci fu risparmiata grazie al generoso e disinteressato aiuto di religiosi amici come il padre Giuseppe Ricciotti, storico del cristianesimo, e la madre Ledokowska, nipote dell'allora generale dei gesuiti e superiora di una casa di suore orsoline.
Ci disse pure, nei primi mesi del 1943, della sua utilizzazione da parte dell'Ufficio Storico per la salvaguardia dei documenti deU'ARMER, docu­menti che comprovavano le violenze dei tedeschi nei confronti delle popo­lazioni civili assoggettate in Russia ed insieme testimoniavano il cattivo comportamento tenuto da quelli verso le truppe italiane durante la tragica ritirata dal Don. In quell'anno, di fronte all'aggravarsi della situazione militare ed all'invasione in atto del territorio italiano, l'Ufficio Storico venne trasferito da Roma, oggetto dell'offensiva aerea angloamericana sin dal bombardamento del 19 luglio, ad Orvieto ove mio padre si trovò quindi all'annuncio dell'armistizio dell'8 settembre, alla vigilia, peraltro, di un ulteriore programmato trasferimento a Pallanza, per fortuna non realizzato per l'evolversi delle circostanze. Di là, sottraendosi alla cattura da parte dei
*) Sull'ottimo comportamento dell'esercito italiano di fronte agli orrori ed ai crimini di nazisti, ustascia e fascisti contro gli ebrei dei territori occupati allora della ex-Jugoslavia, e sugli sforzi fatti per salvarli dal genocidio, larga documentazione nel voi. di M. SHELAH, Un debito di gratitudine. Storia dei rapporti tra l'Esercito Italiano egli Ebrei in Dalmata (1941-1943), Roma, Stato Maggiore dell'Esercito. Ufficio Storico, 1991.