Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana
anno <1999>   pagina <11>
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Una memoria inedita 11
aspirazioni coloniali italiane, della pace mutilata, del revisionismo, della conquista etiopica e del sanzionismo, i temi del Mediterraneo, per alcuni popoli via di comunicazione, per l'Ita Ita elemento di vita, e del passag­gio dalla non belligeranza all'intervento nel secondo conflitto mondiale. Era peraltro difficile, in quel momento, dovendo redigere un testo ufficioso sulla politica estera italiana sottrarsi alle indicazioni dettate dal potere a giustificazione della condotta internazionale del paese nell'ultimo trentennio. Difficoltà non lieve anche per chi, come l'autore della Memoria, aveva creduto, del pari peraltro alla grande maggioranza dei suoi connazio­nali, molti dei quali avevano vissuto l'esperienza del primo conflitto mon­diale, all'ideale, oggi sbrigativamente considerato mito, di una più grande Italia. Ideale che il fascismo affermava aver fatto proprio ispirando la sua azione in favore di un'espansione del paese e generando, soprattutto con la conquista etiopica, la diffusione di quel consenso assai vasto al potere destinato a ridursi progressivamente dopo l'alleanza tedesca e lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Tale difficolta, però, non impediva all'autore della Memoria di affron­tare taluni aspetti di quella politica, pur cari alla propaganda del regime, con notevole distacco e con una certa libertà, lasciando intravedere tra le righe del testo, pur cautamente dato il clima censorio del tempo, il suo dissenso dalle più recenti scelte mussoliniane ed in specie da quelle che riguardavano le vicende che precedettero od accompagnarono l'intervento in guerra. Questa differenza di stile nell'approccio e nella stesura tra la parte iniziale della Memoria e quella successiva, che egli giustificava con la mancanza per quest'ultima di materiale documentario serio e storicamente fondato idoneo ad evitare il ricorso ai testi propagandistici diffusi dal regime, derivava soprattutto dal profondo mutamento del suo sentire politico nei confronti di questo in specie dal 1938 quando VAnschluss prima, le leggi razziali poi, ed infine la stretta alleanza con la Germania hitleriana l'avevano portato ad un crescente dissenso. Tale dissenso lo condurrà durante la guerra ad un'opposizione sempre più netta, oltre che per evidenti ragioni etico-politiche derivanti dalla sua formazione ideale, anche per la percezione del baratro nel quale veniva gettato il paese.
Il testo della Memoria riflette questa evoluzione del suo pensiero e del suo sentimento. Non a caso, infatti, nella descrizione degli anni intorno alla Grande Guerra egli mostra di aderire alla visione nazional-patriottica nella quale era stato educato e che aveva motivato il suo entusiasmo interventi­stico di marca risorgimentale contro gli Imperi centrali e soprattutto contro l'Austria-Ungheria negatrice delle aspirazioni irredentistiche di tanti compa-