Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana
anno
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1999
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Una memoria inedita
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l' illusione dalla Memoria definita "tragica* che, piegata la Francia sotto il peso di sconfitte che rivelavano l'esistenza di una lunga e grave crisi intema, anche l'altro nemico, il nemico capitale dovesse e potesse riconoscersi vinto . Illusione fondata sul fatto che, trionfo militare più grande gli uomini non avevano mai veduto di quello ottenuto dai tedeschi in occidente, quasi dimenticando r*ambiguità dell'atteggiamento russo ed ironizzando addirittura sulla febbrile volontà di preparazione americana.21) Illusione destinata, ormai troppo tardi, ad essere posta in dubbio dallo stesso Mussolini il 23 febbraio 1941, quando, miseramente fallito l'attacco alla Grecia, sconfitta l'armata di Graziani in Libia dopo l'incauta avanzata su Sidi el Barrarli, affondata o danneggiata metà della flotta da battaglia a Taranto, in via di disfacimento le difese italiane in Etiopia, doveva riconoscere in un discorso come, dopo il crollo del nemico francese, fosse ancora in piedi l'altro, il maggiore, il più potente, il numero uno, contro il quale abbiamo impegnato e condurremo la lotta sino all'ultimo sangue w.22) In quella lotta contro l'Inghilterra ed il suo immenso impero di là dai mari dominati dalla più forte flotta del mondo, lotta che la Memoria riteneva assurda nelle premesse politiche e folle nelle prospettive, il popolo italiano era stato gettato nella certezza inculcatagli dai suoi capi responsabili che la guerra sarebbe stata breve e facile23) e nella convinzione che questi avessero preparato i mezzi necessari.24)
Certezza e convinzione erronee che l'autore della Memoria non aveva mai mostrato di condividere, avendo anzi intuito che l'alleanza tedesca e l'intervento avrebbero portato ìl paese alla disfatta. Non a caso, peraltro, ricordava come la futura disfatta fosse stata quasi preannunciata al pubblico italiano sin dall'11 maggio 1940, ancor prima dell'intervento, dal ministro Pietromarchi, preposto all'ufficio della guerra economica, con la segnalazione drammatica delle difficoltà che sarebbero derivate al nostro arma-
2!> Ivi, foglio 32. La Memoria, mettendo in luce implicitamente il comportamento destinato ad essere contraddetto ben presto, di Mussolini, ricordava come questi, in occasione di un discorso pronunciato a Torino il 14 maggio 1939 avesse affermato che non vi erano allora in Europa questioni di ampiezza e di acutezza tale da giustificare una guerra, che da europea diventerebbe, per logico sviluppo di eventi, universale. Commentava tale affermazione in questo modo: Purtroppo, in seguito, questa concezione, esattissima, della fatalità di un'estensione totale di un qualunque conflitto europeo venne dimenticata, o sottovalutata e, quel che è peggio, fatta oggetto di troppo facili ironie (ivi, foglio 23).
22) Ivi, foglio 33.
23) Ibidem.
W Ivi, foglio 34.