Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia sociale. Secolo XVIII
anno <1999>   pagina <23>
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La famiglia Cadorna a fine Settecento 23
solida tradizione di giurisperiti: la scelta dello studio del diritto era peraltro la strada più efficace per il mantenimento delle reti di relazione e di interes­si che i suoi ascendenti avevano intrattenuto nel capoluogo lombardo e per diversificare le entrate patrimoniali di una nobiltà di origine feudale che vedeva proprio nella giurisprudenza una delle vie di consolidamento e ulteriore accrescimento delle fortune economiche.23) Dopo la laurea Giovanni Battista entrò nel collegio imperiale di Milano, città in cui esercitò la professione per diversi anni. In seguito si stabilì a pensione presso la famiglia Griffi ma i contatti sempre più frequenti col notabilato del foro ambrosiano gli imposero la ricerca di una casa di rappresentanza che fosse all'altezza del ruolo da lui ricoperto.
In un primo momento condivise dei locali con Annibale Beccaria nella contrada di Santa Prospera. Le nuove spese che venne a sostenere furono causa di conflitti con la famiglia che continuava a risiedere in provincia e non riusciva a comprendere le nuove esigenze di relazioni sociali che il figlio doveva intrattenere.24) Anche quando ritornava a Pallanza i motivi di attrito con i genitori riguardavano certe spese per figurare decorosamente, che egli riteneva indispensabili per l'onore della famiglia, l'impiego dei figli e la rispettabilità del nome.25) Giovanni Battista sapeva bene che non bastava più essere solo conosciuti per possidenti. Bisognava condurre un certo stile di vita consono al ruolo ricoperto in società e soddisfare le esigenze legate agli obblighi di status.7 E tale considerazione valeva ancor più per la piccola aristocrazia di provincia.27)
29 Sulle differenze sociali ed economiche tra nobiltà feudale e patriziato cittadino in Lombardia, ove ancora gravitavano gran parte delle proprietà Cadoma-Bianchino, si rinvia a D. CARPANETTO - G. RICUPERATI, Lltalia del Settecento. Crisi. Trasformazioni. Lumi, Roma-Bari, Laterza, 1986, pp. 75-79.
30 A.C., Carte di famiglia in generale, m. 14, lettera di G. B. Cadorna al padre Carlo, 9 agosto 1776.
2) Dopo parecchie resistenze, specialmente da parte del padre, aveva infine ottenuto di ampliare la casa d'abitazione con alcune stanze in cui, nell'eventualità, avrebbe potuto ricevere gli ospiti. A.C., Carte di famiglia in generale, m. 17, f. 10, lettera di G. B. Cadorna alla madre Laura Bianchino, 12 giugno 1793.
29 P. MACRY, Ottocento cit, pp. 133-134; A.J. MAYER, Il potere dell'Ancien Regime fino atta prima guerra mondiali, Roma-Bari, Laterza, 1982, pp. 78-79; L. GUERCI, Il Settecento, in AA.W-, Nuova storia universale dei popoli e delle civiltà, voi. X, t II, Le monarchie assolute, Torino, UTET, 1986, p. 229.
27) Sull'abitazione come immagine di sé che la famiglia intende trasmettere, si veda S. Roux, La casa netta storia, Roma, Editori Riuniti, 1982, passim', M. PERROT, Modi di abitare, in AA.W., La vita privata, voi. IV, L'Ottocento, a cura di PH. Awès-G. DUBY, pp. 244-247.