Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia sociale. Secolo XVIII
anno
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1999
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Silvia Cavicchio/i
Dall'eredità Bianchino proveniva la grande proprietà di Inquassi6 che rimase per più di un secolo il luogo più caro ai Cadorna e a cui si legano ancor oggi molti dei ricordi dei discendenti, un luogo mitico, quasi leggendario, sempre menzionato nei momenti cruciali della saga familiare. La Quassa questo era il nome che veniva dato all'insieme dei terreni e delle masserie come i tre figli di Luigi l'avrebbero ereditata nel 1848 alla morte del genitore era il risultato di acquisizioni successive operate dagli avi Essa venne poi definitivamente perduta alla fine dell'Ottocento a causa di una serie di investimenti sbagliati e per la fallimentare gestione di Giovanni Battista, fratello del senatore Cado e del generale Raffaele.
La Quassa era la proprietà più famosa dei Cadorna, non certo l'unica. Essi possedevano un vasto patrimonio immobiliare disperso in un'area i cui confini andavano dal lago d'Orta all'Ossola, comprendendo terreni anche sulla riva orientale del lago Maggiore. Nel 1750 Carlo Cadorna appariva nel catasto austro-teresiano come un cospicuo possidente del borgo di Pallanza; le sue proprietà includevano anche fondi a Baveno, Leggiuno, Corte Cerro, Arolo, Besozzo. Il patrimonio immobiliare della famiglia a fine secolo XVili risultava essere sostanzialmente equivalente. Eppure le condizioni finanziarie generali non si potevano definire floride e presentavano una perenne scarsezza di liquidità. Diverse sono le ragioni. Tra queste l'egregia somma cui ammontavano alcune migliorie fatte nei feudi primogeniali della sostanza Bianchino, e principalmente in Quassa:69) gli investimenti produttivi sulle terre oltre che cospicui venivano ammortizzati solo dopo lungo tempo. Gravosi erano poi canoni perpetui e pesi di altra natura legati ad alcuni dei beni allodiali e alle investiture, che vincolavano i Cadorna a enti ecclesiastici o ad altre famiglie.70) Ma erano soprattutto le caratteristiche geografiche del patrimonio a renderne assai difficile il controllo: la polverizzazione su una zona molto vasta, che addirittura si estendeva sulle due
*9 Nel dicembre del 1727, e cioè sei mesi dopo aver fatto testamento, G. B. Bianchino assegnava dei beni per 8.000 in restituzione della dote stata costituita alla di lui madre vedova Teresa Viana dandogli tutti li beni della possessione di Quassa, liberi però da canoni e livelli*. A.C., Carte di famiglio in generale, m. 2, f. 2, sf, 7, instrumento del 6 dicembre 1727. Il 25 febbraio del 1729 come già visto Teresa Vìani faceva testamento col quale legava la proprietà con ordine di primogenitura.
ù9> A.C, Carte di famiglia in generale, m. 6, promemoria di Luigi Cadorna sui redditi della famiglia detratti dalla sostanza Bianchino.
Per esempio A.C, Carte di famiglia in generale, m. 6, manoscritti vari tra cui, in particolare, quelli del 1711 e del 1726; A.C, Carte di famiglia in general*, m. 7, fascicolo Quassa; A.C., Carte di famiglia in generale, m. 3, fascicolo Vìani', A.C, Carte di famiglia in generale, m. 3 bis, documento della confraternita di San Nazzaro e Celso.