Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana
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1999
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Silvia Cavkchioli
certo allettante qualsiasi prospettiva matrimoniale. Luigi si mostrò subito contrario, anche perché riteneva che fosse compito di Giovanni Battista, spettando a quest'ultimo la maggior parte della sostanza per primogenitura,83) e in seguitò il cadetto ribadì sempre il suo rifiuto al vincolo coniugale.84) Giovanni Battista, dal canto suo, si dichiarava allenissimo dal matrimonio . Non sopportava il pensiero di dover subire un simile giogo e di legar[si con quep] nodo. Ma non riuscì a opporsi ai comandi materni, sorretti dalla voce sempre più insistente del curato Innocenti, cugino dei Cadorna, e dovette cedere. Se aveva deciso di sacrificarsi, non intendeva però sacrificare il destino di moglie e figli.85) Pose quindi delle condizioni, e cioè che la casa gli permettesse di sopportare il peso di un matrimonio onorevole, degno della considerazione di cui la famiglia aveva sempre goduto.8)
M) Poco tempo prima che il padre morisse, Luigi gli riportava i contenuti di un discorso avuto col fratello, in cui traspare il perenne risentimento per il mancato inserimento nel Corpo degli Ingegneri: fini per dirmi che essendo egli [Giovanni Battista] in età un po' avanzata, sarebbe stato più spediente che come più giovine mi foss'io maritato. [...] Gli ho risposto che sarebbe stata cosa ottimamente fatta e di mio sommo piacere che egli si maritasse; che io in primo luogo non mi sentiva alcun genio a ciò, e che d'altronde, se egli tuttoché impiegato non può sostenere il peso del matrimonio, mi pareva inutile il fare simile proposizione a me, le di cui circostanze a lui doveva essere noto quanto siano critiche, tanto per causa della sorta, quanto per effetto della poca considerazione che si è avuta a mio riguardo. A.C., Carte di famiglia in genera/e, m. 17, 10, lettera di Luigi Cadorna al padre Carlo, 1796.
Sulla tradizione antimatrimoniale nel Settecento si rimanda a L. GUERCI, La sposa obbediente ÓL, pp. 137-155. L'opuscolo Del matrimonio del mugellano Antonio Cocchi, messo all'Indice nel 1762, con l'esortazione a non sposarsi per non sacrificare la libertà pur senza rinunciare all'*arte rara e bellissima del godere, è come rievocato in una delle numerose poesie composte da Luigi tra il 1795 e il 1800 circa, dove il Nostro sembra in bilico tra il dovere militare e il piacere sessuale; Un guerriero propende abbandonar l'armata per poter goder la moglie. E da gran tempo che goder vorrei / La cara amata moglie a meraviglia; / Ma v*èl destin fatai, che mi scompiglia, / E tutti strugge gli disegni miei / Ben al diavolo Marte io manderei; / Ma pur v'ha chi mi sgrida, e mi sconsiglia; / E parrni inarcherebbe ognun le ciglia; / Se a Marte anteponessi al fine lei. / Col cor qui viene in tenzon l'onore / Né so di lor chi vincerà la lotta: / Intanto vò spendendo invano l'ore. / Ben converrà, che all'ombra degli ulivi / Al fine io mi riposi, e fotta, e fotta, / E così accresca i morti no, ma i vivi. A.C., Carte di famiglia in generale, m. 18, libro di poesie composte da Luigi Cadorna.
85) A.C., Carle di famiglia in generale, m. 17, f. 11, lettera di G. B. Cadorna alla madre Laura Bianchino, 1796.
8*) Non sarci mai cosi imprudente di accingermi, sagrificando me, una moglie e li figli, e perdere le convenienze mie e della Casa nostra in faccia ad un pubblico. A.C., Carte di famiglia in generale, m. 17, f. 11, lettera di G. B. Cadorna al fratello Luigi, 13 aprile 1796.