Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana
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1999
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37
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La famiglia Cadorna a fine Settecento 37
La prima di tali condizioni ci mostra le conquiste operate dal pensiero settecentesco in tema di matrimonio. Nel lento cammino verso la famiglia coniugale intima, il matrimonio tra ceti superiori cessava di essere unicamente un legame tra gruppi di parentela e lasciava spazio al diritto della libertà personale nella ricerca della felicità.87) Anche se le esigenze politico-familiari impedivano quasi sempre la libertà della scelta matrimoniale solo in teoria tutelata dal favor matrimonii tridentino e in pratica disattesa dall'autorità patema , mesaillance e matrimonio d'amore divennero più frequenti.88) Giovanni Battista era autorizzato a considerare prioritaria la scelta di un soggetto adattato, e che oltre all'avere religione e talento, avesse altresì educazione ed un animo ben fatto essendo queste le qualità che fanno la fortuna delle famiglie, e non già l'interesse, come insegna l'esperienza. Marietta Astoni, una cugina di Lodi, assommava in sé tali caratteristiche, ed egli vedeva la mano di Dio nell'averle fatto rompere il contratto con un partito più prestigioso,89) sebbene le circostanze [di Giovanni Battista] esigessero di pensare ad altro soggetto di maggiore dote per l'interesse, che rare volte fa la fortuna delle famiglie. L'ambizione
87) L. STONE, Famiglia, sesso e matrimonio in Inghilterra tra Cinque e Ottocento, Torino, Einaudi, 1983, pp. 7-11.
P. UNGASI, Storia del diritto di famiglia in Italia (1796-1942), Bologna, H Mulino, 1974, p. 48; TRUMBACH, ha nasata della famiglia egualitaria. Lignaggio e famiglia nell'aristocrazia del 700 inglese, Bologna, Il Mulino, 1982, pp. 149-154.
85D A fare da mediatori furono il cugino Carlo Soardi (sindaco della Collegiata della Passione a Milano) e un canonico suo amico, Carlo Casati. A dire il vero la signorina Marietta era già stata l'oggetto di altra trattativa, naufragata di fronte alla prospettiva del matrimonio con il possidente Cadorna-Bianchino. I negoziati furono lunghi e travagliati. La dote per la giovane non proveniva solo dalle casse paterne: anche il nonno e lo zio si erano impegnati a versarne una quota. E proprio all'ammontare di tali quote erano da imputarsi alcune controversie interne a casa Astoni Alla fine la dote venne stabilita in 35m oltre la schcrpa in 5 o 6 mille senza alcuna altra obbligazione [di Giovanni Battista] fuorché dell'aumento del terzo sulla detta dote. L'unica persona determinata a concludere il matrimonio era il padre della sposa, don Antonio, pronto a offrirsi di pagare anche gli interessi delle 12m di aumento dotale al posto dell'avo don Alessandro- A minacciare il buon esito delle trattative erano alcune pretese di Giovanni Battista sugli interessi dotali, giudicate improponibili dalla famiglia della sposa. Ben si comprenderà la perentorietà degli Astoni, decisi a non volc[r] declinare più in niente, quando si pensa che i genitori del primo pretendente erano prontamente tornati alla carica, non ponendo veto alcuno sull'entità della dote da stabilirsi. Marietta era risoluta a non volere quel primo partito e avrebbe preferito sposare Giovanni Battista; il danaro che questi pretendeva, diceva, glielo avrebbe fatto guadagnare in tante economie una volta diventata sua moglie. A.C., Carte di famiglia in generali, m. 17, f. 11, lettera di G. B. Cadorna, 28 luglio 1796; lettere di Cado Soardi a G. B. Cadorna, 23 marzo e 20 settembre 1795; lettera di Marietta Astoni a G. B. Cadorna, 8. d.