Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana
anno
<
1999
>
pagina
<
40
>
40 Silvia Cavicchioli
assumeva nella sua mente tinte ancora più cupe nel Piemonte travagliato in quegli anni da una gravissima crisi economica e sociale. Le enormi spese affrontate per la guerra contro le armate francesi dal 1793 al 1796 costrinsero infatti il governo a continue richieste dì prestiti forzosi e imposizioni straordinarie che colpirono duramente il ceto possidente. A guerra conclusa subentrarono le taglie imposte dai vincitori; incalcolabili furono le perdite e i danni cagionati alle case e ai possessi rustici dei privati dalle milizie di passaggio.100)
DÌ fronte alle richieste e insistenze del fratello, rafforzate dall'autorità che questi si vedeva riconosciuta come capo della casa dopo la morte del padre, Luigi tergiversò anche perché non conosceva realmente il dissesto finanziario degli affari di famìglia101) , e col suo comportamento indusse Giovanni Battista a proseguire le trattative matrimoniali incamminate. Nel momento in cui venne a conoscenza dei disastri prodotti dalla gestione materna, e realizzò concretamente quale impegno massiccio significasse la loro risoluzione l09 in quel periodo, si rifiutò di assumere sulle sue spalle un simile carico. Si era già sacrificato una volta; non voleva ora rinunciare a un impiego sicuro e alla possibiltà di una carriera militare assai più gloriosa.
Nel Piemonte di fine Settecento il valore della terra non dava più solide garanzie, tanto meno a un cadetto. Anche se ottenuta secondo la più
10) Inoltre le finanze furono costrette a emettere in maniera sproporzionata carta moneta che si accompagnò a una non minore circolazione di moneta erosa ed eroso-mista grandemente alterala. N. BIANCHI, Storia della Monarchia Piemontese dal 1773 sino al 1861,. voi II, Roma-Torino-Firenze, Bocca, 1878, pp. 459-472; L. BULFEREXTI, I Piemontesi più ricchi eit, pp. 62-77.
tòt) Appare evidente da alcune lettere che Luigi, essendo lontano da casa, impegnato in guerra per lunghi periodi, non conoscesse con precisione lo stato delle sostanze della famiglia. Per esempio, sull'annua somma che il fratello voleva gli venisse somministrata dalla casa per potersi sposare, affermava: Non ho risposto alla parte dei cento zecchini, perché non tocca a me decidere su questo fatto, ed altronde non sono io informato appieno del reddito della Casa, A.C., Carte di famiglia in generale, m. 17, f. 11, lettera di Luigi Cadorna al padre Cado, 1795.
I09 Caro fratello, se voi allorquando proponeste a me il matrimonio coi mezzi di poterlo sostenere, io vi dissi che ero troppo inclinato alla vita tranquilla ed alla libertà per non volermi sagrificare assumendo un carico che toccava a voi, e che voi potevate meglio di me sostenerlo, essendo anche impiegato, come volete che io mi sottoponghi invece ad un sagrificio maggiore, quale sarebbe l'assumere un'amministrazione da cui, oltreché sarebbe in se stessa onerosissima per le diverse domestiche circostanze, ed oltreché la casa ha molte passività senza fondo di cassa, ricavarne nonostante tutti quelli avanzi che voi desiderate, e che io riconosco impossibili facendosi nuovi debiti?. À.C., Caria dì famìglia in generali, m. 17, 11, lettera di Luigi Cadorna al fratello Giovanni Battista, 4 dicembre 1796.