Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana
anno
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1999
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La famiglia Cadorna a fine Settecento 51
sé e per la figlia,146) riuscendo a far volgere a loro favore una situazione che col tempo sarebbe divenuta precaria.
Laura Bianchino mise sul tavolo delle contrattazioni quello che i figli avevano sempre tacitamente desiderato, e cioè che la donna si estromettesse una volta per tutte daJTamministrazione delle proprietà. H risultato fu il contratto di vitalizio stipulato il 4 maggio 1798.147) I figli si obbligavano a pagare alla madre entro sei mesi quattromila lire di Piemonte. Promettevano inoltre di mantener[Ie] una tavola decente mattina e sera con tutta la biancheria bisognevole da letto ; le davano un alloggio nella casa Bianchino con i mobili necessari, consentendole di avvalersi della servitù di famiglia. In più si obbligavano a pagarle annualmente la somma di 3.800 di Piemonte per proprio vestiario e altre spese .148) Ognuno veniva a sacrificare qualcosa. La madre rinunciava a ogni pretesa sull'amministrazione; Luigi si rassegnava ad amministrare nel caso si fosse sposato il fratello; Giovanni Battista rinunciava a ogni pretesa primogeniale, esclusa quella parte della sostanza Bianchino che era da far risalire al testamento della zia Isabella. Nel caso che uno di loro si fosse sposato, i due fratelli si accordavano sui due terzi della totale sostanza Bianchino, e Cadorna.149) Rimaneva ancora una volta da stabilire chi dei due dovesse ammogliarsi. Ecco cosa pensava Luigi:
14 Quando la ripartizione del potere fra i sessi è meno polarizzata, o comunque quando intervengono fattori che rendono l'autorità familiare maschile, per qualche morivo debole o assente, la possibilità di cooperazione e di aiuto reciproco fra donne è più diffusa e frequente diventa anche la costruzione di relazioni di sostegno extraparentalc. L. FERRANTE - M. PALAZZI - G. POMATA, Introduco/te, in AA.W., Ragnatele di rapporti. Patronage e reti di relazione nella storia delle donne, a cura di ID., Torino, Rosenberg Sellier, 1988, pp. 37-38.
,47) A. S. V., Notai, Bernardino Goliardi De Albertìs di Intra, m. 44, 1798. Come si legge nello stesso, l'atto fu stipulato principalmente nella vista di abilitare uno di essi [figli] ad un più decente collocamento in matrimonio.
,48) H contratto prevedeva inoltre che, se la figlia Isabella le fosse sopravvissuta, i fratelli si obbligavano a mantenerla finché fosse rimasta nubile nello stesso modo con cui [veniva alljora alimentata. Se si fosse sposala le avrebbero dato, oltre alla dote assegnata alle sorelle, altre duemila lire. s. A. S. V., Notai, Bernardino Gottardi De Albertìs di Intra, m. 44, contratto di vitalizio stipulato tra i fratelli G. 8. e Luigi Cadorna e la madre Laura Bianchino, 4 maggio 1798, 3-6.
M A.C., Carte di famiglia in generale, m. 17, f. 11, minuta di lettera di Luigi Cadorna al fratello Giovanni Battista, 1798. Cosi recita il 10 dell'atto di vitalizio: Perché sia maggiormente abilitato alcuno detti fratelli ad un decente collocamento dovranno cedere a privativo vantaggio del medesimo due terzi della sostanza cadente nel presente contratto e l'altro terzo resterà a favore dell'altro che non avrà preso moglie . s. A. S. V., Notai, Bernardino Gottardi De Albertìs di Intra, m. 44, contratto di vitalizio stipulato tra i fratelli G. B. e Luigi Cadorna e la madre Laura Bianchino, 4 maggio 1798, 10.