Rassegna storica del Risorgimento
Stato pontificio. Civitavecchia. Secoli XVIII-XIX
anno
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1999
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pagina
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57
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IL BAGNO PENALE DI CIVITAVECCHIA E I FATO DEL 1820
Durante il periodo delle crociate la galera subì delle trasformazioni che ne fecero un'imbarcazione adatta non solamente al combattimento, ma anche al trasporto di merci, soldati e cavalli che venivano trasferiti nelle zone ove si svolgevano le battaglie campali Questo natante divenne maggiormente importante e complesso arrivando, alla fine del '200, a contare anche 180 remi disposti su una sola fila, a differenza delle galere più antiche nelle quali un minor numero di remi era posto in più ordini. Ogni uomo, dopo questa evoluzione, maneggiava una pala più corta e leggera; l'equipaggio doveva essere composto di un più alto numero di componenti rispetto al passato.1)
Possedere un certo numero di galere divenne indispensabile per la difesa degli Stati e, più in generale, della cristianità, nella guerra contro i Turchi. Sisto V volle creare una flotta di dieci galere; a tal fine fece ricorso ad alcuni maestri d'ascia veneziani che diressero i lavori di costruzione che si svolsero a Civitavecchia. La spesa per il solo mantenimento annuo delle navi era di 100.000 scudi romani, l'energico papa impose una contribuzione a ciascuna delle province; al Senato romano chiese di erogare ben 12.000 scudi. I tributi, era il 1585, affluirono immediatamente, il pontefice teneva molto a che i lavori fossero fatti con sollecitudine, per causa che v'era un numero infinito di forzati in diverse prigioni dello Stato.2) Le galere erano dunque costruite con un triplice scopo: militare, commerciale e di ordine pubblico. I condannati a scontare pene per gravi reati divenivano dei galeotti. Alessandro VII, quasi un secolo più tardi, nel 1660, volle edificare nel
') A. GUGLIELMOTTI, Storia della marina pontificia, Roma, 1893, voi I, p. 415.
8 G. LETI, Vita di Sisto K, Torino, 1852, parte III, libro I, pp. 43-45. Sull'importanza e sull'attività delle galere nel Mediterraneo ai tempi delle lotte con ì turchi si possono leggere le pagine di F. BRAUDEL, La Mediterranée et le monde méditerranéen à l'epoque de Philippe II, Paris, 1949. Trad. it. Torino, 1982, voi. II, pp. 1056-1184.