Rassegna storica del Risorgimento

Stato pontificio. Civitavecchia. Secoli XVIII-XIX
anno <1999>   pagina <59>
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Civitavecchia e i fatti del 1820 59
I bonavolontà continuavano ad esercitare un mestiere considerato di infima qualità. D'altro canto il lavoro nello Stato pontificio era sempre difficile a trovarsi, tanto più per uomini che, dopo aver trascorso diversi anni nelle imbarcazioni e nei bagni penali, non sapevano fare nulTaltro che remare. I malcapitati con molte lusinghe venivano arruolati, ma dopo aver firmato il contratto, scoprivano di essersi legati per sempre all'appaltatore. Una delle clausole impediva ai rematori di lasciare la compagnia se indebi­tati con rassentista che non si peritava di segnare a loro debito ogni cosa, dalla divisa al barbiere che li rasava completamente come da regolamento.8) Spesso si trovavano ad essere incatenati e frustati come normali galeotti. La ciurma era completata da un centinaio di soldati, dai mozzi e dagli agozzini, forzati che col loro comportamento avevano meritato la fiducia degli uffi­ciali e che provvedevano al controllo degli altri condannati e a piccoli servizi Tramite tra i più alti graduati e l'equipaggio era il comite, o comito, sottufficiale capace anche di dirigere la manovra delle vele quando era necessario. A bordo, si trovavano poi due calafati, operai specializzati nel calafatare le pareti delle imbarcazioni e almeno tre marangoni, ossia maestri d'ascia.?) I galeotti erano uomini condannati a pene superiori ai 5 anni di detenzione. Il reato più comune era il furto dato che, nella situazione di precarietà economica dello Stato pontificio del *700 e del primo '800, molti erano costretti a vivere rubando.10) Nel bagno penale si trovavano anche condannati a pene inferiori ai 5 anni, essi erano destinati non al remo bensì all'opera, cioè a lavori pubblici come la pulizia delle strade, lo sterro o altro. Tra essi si trovavano numerosi mendicanti o vagabondi che, catturati a Roma, erano inviati a Civitavecchia, oppure alle saline di Ostia ove v'era sempre richiesta di operai;questa pratica era in uso sin dai primi anni del XVII secolo.")
Col passare del tempo le galere in servizio si ridussero a tre, seppure di dimensioni maggiori. I forzati del bagno penale di Civitavecchia per tutto il T00 si mantennero in numero sostanzialmente costante: 1.600-1.800 unità. La popolazione della cittadina laziale, oscillava invece attorno alle 7-8.000
9 Una gustosa quanto precisa descrizione di questi uomini e della loro vita in F. CORRENTI, G. INSOLERA, op. dt., pp. 127-128.
*> Per questi termini si può consultare A. GUGLIELMOTTI, Vocabolario marino e militare cit
io) Sull'argomento sono molto interessanti le considerazioni del DE TOURNON, Etudes statistique sur Roma et la partii occidentale Hes Etats romains, Paris, libraire de Firmin Didot fcères, 1855, tome II, pp. 114-115.
'*) M. PETROCCHI, Roma nel Seicento, Bologna, 1975, p. 118.