Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana
anno
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1999
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pagina
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69
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Civitavecchia e i fatti del 1820 69
lieo furono le grida che udì. Rivolti ai soldati, alcuni forzati urlavano: Unitevi a noi, domani erigeremo Civitavecchia in Repubblica.45) La relazione del Cattani si concludeva con toni preoccupati: sarà necessaria una provvidenza in avvenire tanto nella giustizia tanto nell'amministrazione della darsena, giacché replicate esperienze, l'ultima delle quali per poco non riusciva fatale a Civitavecchia e forse allo Stato, convincono che i vecchi sistemi non sono più adatti a questo luogo di pena.46) Era giustificata tanta apprensione da parte del delegato apostolico? La valutazione di altre testimonianze può essere utile. In alcune righe, firmate dal Rincontro di Camera Buccella e dal Capitano Rossi, si legge che alcuni prigionieri si erano issati sui tetti urlando ai militari: soldati siateci fedeli, noi vogliamo Repubblica, saremo generosi con voi e sappiamo con chi prendercela. E ancora saremo tutti felici. Investiti dai primi colpi di moschetto invece di fuggire continuavano a gridare: Razza di cani se la Repubblica [si farà], vi scanneremo, saccheggeremo Civitavecchia e trista la prima casa dove entreremo.47) Altre somiglianti espressioni furono ripetute più volte dai rivoltosi che, presumibilmente, speravano nell'appoggio della truppa. I due autori della lettera al cardinal Consalvi, assicuravano poi di aver udito parlare in francese e sottolineavano che buona parte degli insorti era di origini romagnole.
In un'altra nota il Cattani si diceva certo che in Civitavecchia v'erano alcuni marinai e scioperati che erano pronti a unirsi ai forzati, in caso di riuscita della rivolta.48) Tutto faceva sospettare che fosse stato ordito un autentico complotto. I riferimenti all'origine di alcuni condannati e alle presunte parole pronuciate in francese, fanno capire quali paure si erano diffuse nell'animo del delegato apostolico e delle altre autorità. Si temeva che idee rivoluzionarie fossero penetrate nei cuori e nelle menti di uomini già ritenuti comunemente pericolosi. Si pensava che pericolosi concetti fossero stati trasmessi da elementi provenienti dalle zone più turbolente dello Stato o, forse ancor peggio, da qualche marinaio di una di quelle navi francesi, che di tanto in tanto, attraccavano al porto. Voci di possibili altre sedizioni in altri bagni penali cominciarono a circolare; il Gonfaloniere di Civitavecchia propose l'istituzione di una guardia di sicurezza composta di capi famiglia, e il Buccella chiese formalmente al Tesoriere generale, monsignor Guerrieri, 300 soldati e rifornimenti di acqua dolce e viveri per almeno
45) Ibidem.
*Q Ibidem.
-47) Ipi. Lettera al Consalvi, a firma dell'Ispettore generale e di Orazio Buccella. Civitavecchia, 5 settembre 1820.
48) liti. Lettera del Cattani al Consalvi, Civitavecchia 6.settembre.l820.