Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana
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1999
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Luciano Nasto
condannati a motte, mani e piedi legati, venivano fatti salire lentamente a gruppi di 5. Il plotone di esecuzione sparava mirando alla schiena5?) nel silenzio più totale; in poche ore tutti furono fucilati rispettando i voleri del Consalvi che desiderava la massima celerità.
In pochi giorni dunque il tribunale militare aveva emesso la sua sentenza improntata a estrema severità. E evidente che le massime autorità dello Stato pontificio, non avevano considerato Ì fatti della notte del 4 settembre come una semplice, pur se sanguinosa, rivolta di detenuti; il Segretario di Stato e il Delegato apostolico temevano di essere dinanzi ad una congiura ben più inquietante. Si può affermare che le loro preoccupazioni erano tutt'altro che infondate. Padre Annovazzi, che, con altri sacerdoti dell'ordine gerosolimitano, si era occupato di recare conforto ai condannati e di raccoglierne le confessioni, scrisse una relazione nella quale affermava che, nelle ore precedenti l'attuazione della sentenza, questi si erano lasciati andare a grida e sfoghi intesi da più persone.60) Da questi sfoghi l'Annovazzi si era reso conto che alcuni detenuti comunicavano con l'esterno attraverso biglietti scritti in un qualche gergo o con inchiostro simpatico e che alcuni possedevano delle somme di denaro. Altri si erano spinti a dichiarare come imminente una seconda rivolta che non avrebbe risparmiato i capi religiosi, e che personaggi di primo piano erano nella trama ordita.61) Un altro sacerdote, Giacomo Bini, espose al suo superiore, lo stesso padre Annovazzi, le confidenze dei detenuti, che gli erano state fatte in buona parte nell'ultima confessione. Se ne riportano alcune: Fortunato Chiareria disse: erano sicuri di una rivoluzione nel forte e Luigi Avvisati: Padre, il governo è odiato da tutti.,, avevo sete del sangue del Sovrano, non mi interessava la testa dei capi di questa città... io non son solo a odiare il governo e i suoi ministri. Erano parole talmente preoccupanti che il sacerdote senti di doverle riferire infrangendo il segreto della confessione. Non era certamente consolante l'affermazione di Filippo Magrini: Padre se succedeva voialtri preti stavate bene, ma ancor più allarmante era stato l'altro condannato a morte Luigi Paolucci: Quanto prima... avrà luogo una sollevazione nella darsena. Fra qualche mese, a gennaio arriveranno due mandate di forzati da Roma... il piano è stato già
5*9 Ibiàm. Lettera del Cattani al Consalvi, Civitavecchia, 30.settembre.1820. V. ANNOVAZZI, op. àt.t p. 411, che fu testimone dei fatti, sostiene che i condannati alla pena capitale furono fucilati in gruppi di dieci
*) Ibidem. Memoria del prete Annovaigj sulla notte tra il 29 e il 30 settembre. Civitavecchia, 2 ottobre 1820.
61) Ibidem. Uno dei forzati, Onofrio Lancimi, affermò anche che alcuni soldati della truppa erano stati contattati con qualche successo.