Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana
anno <1999>   pagina <94>
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94 Libri e periodici
rizzato da conflitti sloveno-tedeschi in Sri ria, Carinzia e Camiola (quest'ultimo è come si è già accennato l'unico Kronland ad avere una nettissima maggioranza slo­vena, ma anche qui è in corso un processo di emancipazione slovena da un'esile ma influente etite tedesca), e da una contrapposizione sloveno-italiana a Gorizia, a Trieste e in Istria. H contesto istriano è caratterizzato sotto il profilo nazionale da una parti­colarità, e cioè dalla presenza accanto al gruppo sloveno di un'altra nazionalità slavo-meridionale, quella croata. Croati e sloveni sono separati in Istria da un confine lin­guistico piuttosto netto, ma politicamente essi danno vita a un blocco nazionale compiuto ed unitario.
I rapporti nazionali a livello elettorale sono esaminati da Melik in un denso ca­pitolo dedicato alla storia elettorale e, all'interno di questo, in particolare in un ampio paragrafo sui conflitti politico-nazionali. L'autore osserva come gli sloveni partano da una situazione di svantaggio, confrontati come sono in ogni Kronland con l'egemonia storica, economica e sociale di tedeschi o italiani. Questa posizione si riflette pesan­temente, soprattutto all'inizio, sulla consistenza della loro rappresentanza politica che, pur aumentando con il passare dei decenni, non sarà mai adeguata alla loro forza numerica. Questa debolezza dipende anzitutto dal sistema elettorale censitario, basato sulla suddivisione dell'elettorato in corpi o curie elettorali con differente fisionomia economico-sociale esistente sino al 1907 per le elezioni parlamentari e sino alla fine della monarchia per quelle dietali e comunali. Confermando le conclusioni alle quali era giunto William A. Jenks in un volume (The Austrìan E/ectoral Reform of 1907, New York, Columbia University Press, 1950), sull'introduzione del suffragio univer­sale politico nel 1907, Melik sottolinea come neppure questa riforma abbia condotto ad un vero equilibrio nella rappresentanza dei diversi gruppi nazionali. L'obiettivo del legislatore era stato quello di formare circoscrizioni nazionalmente omogenee, per evitare nei collegi elettorali la sovrapposizione di conflitti nazionali alla lotta politica, ma pure quello di garantire posizioni di forza alle nazioni storielle. Anche nel caso sloveno una attenta geometria elettorale disegna collegi più piccoli per italiani e tede­schi e più grandi per gli sloveni, che in rapporto al loro numero continuano quindi anche se in modo meno eclatante di prima ad essere sottorappresentati in parla­mento. Nonostante questi limiti, le elezioni hanno però sempre costituito, secondo Melik, un positivo momento di rafforzamento della coscienza politico-nazionale slo­vena e un importante fattore di aggregazione e di mobilitazione dell'opinione pubblica.
Melik delinea in modo molto persuasivo e con una convincente periodizza-zione, che tiene conto anche dei nessi tra politica governativa e situazioni locali, le tendenze di fondo dei conflitti nazionali sloveno-tedeschi Più difficile è ricondurre a un denominatore unitario le forme del contrasto sloveno-italiano nel Litorale, che varia tra il più soffice caso goriziano e quello più contrastato e teso di Trieste. La situazione goriziana è caratterizzata da un confine linguistico piuttosto chiaro tra i due gruppi nazionali, in modo che l'unico punto di attrito è dato dalla città capo­luogo, che costituisce il nodo di incontro e di scontro tra le due nazionalità, dove si verifica una costante pressione ed espansione slovena. Il Goriziano è anche l'unico tra i Rronlànder qui considerati, nel quale gli sloveni riescano ad ottenere la divisione della prima curia privilegiata, quella del grande possesso fondiario, in due sezioni na­zionali distinte.