Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana
anno <1999>   pagina <95>
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Ubri e periodici 95
L'autore propone anche interessanti considerazioni e suggerisce stimolanti ri­flessioni sul diverso articolarsi della vita politica di uno gruppo nazionale in territori mistilingui segnati da una diversa fisionomia nazionale e da un diverso regime politi­co-amministrativo. L'atteggiamento sloveno varia nei differenti contesti tra le diverse scelte del pluralismo politico e del monolitismo nazionale. In Carinzia, Stiria e a Go­rizia gli sloveni presentano al loro intemo un articolato panorama politico e un qua­dro di pluralismo ideologico. A Trieste, in Istria e in Carinzia essi scendono invece in campo nelle elezioni con una sola formazione politica, la quale ha la funzione di S'ammelparteìy di partito di concentrazione nazionale, che si contrappone all'avversario nazionale italiano o tedesco. Questa scelta politica unitaria ha però caratteristiche di­verse. In Istria si tratta di un vero e proprio blocco nazionale, in questo caso sloveno e croato, che riunisce al suo intemo liberali e cattolici. A Trieste invece il partito slo­veno ha una prevalente fisionomia liberale, mentre in Carinzia è quasi compatta­mente cattolico. L'analisi di Melik si muove anche sul piano della comparazione tra le province e i distretti sloveno-tedeschi e quelli sloveno-italiani. Particolarmente in­teressanti sono, a questo proposito, le pagine di confronto tra Maribor/Marburg e Trieste. Nella città della Stiria meridionale la penetrazione slovena è molto più lenta e difficile che in quella adriatica. H fattore di novità che, a partire dagli anni '90, carat­terizza il quadro politico di tutte queste province, e non soltanto in ambito sloveno, è la diffusione del partito socialista, di cui Melik mette in evidenza il crescente peso elettorale. Sotto il profilo nazionale, nel movimento operaio è riscontrabile un pre­valente peso tedesco in Stiria e Carinzia, al quale l'autore contrappone il più auten­tico internazionalismo dei socialisti triestini. Ma andrebbe rilevata anche nel caso del capoluogo adriatico l'impronta marcatamente italiana della leadership del partito.
Se il capitolo sulla storia elettorale è il più stimolante e più mosso del lavoro di Melik, la parte più ampia del volume è dedicata all'illustrazione del complesso siste­ma elettorale austriaco, al suo sviluppo tra 1861 e 1914 e alle procedure di voto, tutto questo visto nell'applicazione e nei riflessi che ha nei sei case studies rappresen­tati dalle province della corona con popolazione slovena. Anche questa materia, più tecnica e analizzata in tutti i suoi più minuti dettagli sulla base di un'esauriente utiliz­zazione delle fonti legislative e dei decreti applicativi, viene trattata con costante at­tenzione alle problematiche politico-nazionali, come dimostrano l'analisi del rapporto città-campagna nelle sue implicazioni elettorali e le pagine sulla definizione delle cir­coscrizioni. Sia il testo sia le appendici offrono un'autentica miniera di dati sui risul­tati, visti curia per curia e distretto per distretto, e sulla composizione degli organi elettivi L'appendice sui risultati elettorali e l'elenco dei deputati eletti avrebbe forse potuto essere impostata in modo anche tipograficamente più chiaro. Per Trieste, dove il consiglio comunale fungeva anche da dieta provinciale, non sono registrati i nomi dei consiglieri municipali, ma solo quelli dei parlamentari al Reicbsrat. In un'appendice, preparata appositamente per l'edizione tedesca, Hans Peter Hye inte­gra e aggiorna la bibliografìa usata dall'autore nelle note a pie' di pagina; questa bi­bliografia potrebbe però essere ulteriormente integrata per quando riguarda i titoli in lingua italiana.
Lo studio di Melik, nonostante la densa parte dedicata agli aspetti politico-nazionali, sulla quale mi sono ampiamente soffermato in questa recensione, è più una storia del sistema elettorale e della sua evoluzione che non una storia elettorale,