Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana
anno <1999>   pagina <98>
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98 Libri e periodici
Pianciani fuori partito alla ricerca del partito degli onesti e, quindi, una dottrina della politica senza partiti).
Pianciani vive la Roma 1870-1880 senza potersi confrontare come, invece, il Hberal-progtessista Baccarini in Romagna con un modello differente di con­senso realizzato da Andrea Costa. Proprio nella Romagna di Baccarini e nella Brescia di Zanardelli (quest'ultimo, presto, si dovrà cimentare con i socialisti riformisti di Sa-voldi e i clero-moderati di Lodovico Montini) avviene la maturazione più alta del termine liberal-progressista.
Sollecitazioni storiografiche offre lo studio della convenzione firmata tra go­verno nazionale e amministrazione capitolina (primavera 1881). L'incidenza delle for­ze economiche interessate all'edificazione di nuovi quartieri, le attese per la riforma tributaria insieme a decisivi impulsi al commercio e all'industria, la richiesta di com­pletare la ferrovia Tivoli-Sulmona e il collegamento Fiumicino-Ostia, il prezzo proi­bitivo delle derrate alimentari, visto l'inferno dell'Agro Romano, sono i molteplici problemi che Pianciani si trova dinnanzi. La nazionalizzazione e la normalizzazio­ne della capitale prosegue con i gabinetti Depretis e Cairoli. A tal fine, strumento per mietere consensi, costruendo una politica di progresso senza avventure, è Pianciani. Il nodo è cosa l'arcobaleno del consiglio comunale (quindi le forze eco­nomiche a cui contendere o mediare gli spazi di potere) intenda per na­zionalizzazione e normalizzazione.
Costruire consenso, tramite la stampa, è un problema della stessa Sinistra sto­rica: è quanto Cesare Correnti (componente del consiglio comunale della capitale nel settembre 1873) raccomanda all'amico Depretis nell'aprile 1876: [...] far diven­tare il Diritto primo giornale d'Italia. [...] la Sinistra lo aiuti in denaro: la Sinistra, non il Governo (cfr. le lettere pubblicate da Carlo Morandi in La Sinistra alpotere e altri saggi, Firenze, Ed. Barbera, 1944). Correnti è l'estensore degli iniziati discorsi pro­grammatici di S Gradella. Nel maggio 1872 Correnti si dimette da ministro della P.I.
Ritornando ai presupposti teorici del pensiero politico di Pianciani, appare utile riflettere sul suo esilio nelTisoletta di Jersey (Gran Bretagna). Qui, Pianciani collabora (aprile 1854) al settimanale UHomme (journal de la démocratie universe Ile), affiancandosi a V. Hugo, A. Herzen, L. Kossuth, L. Blanc.
"UHomme esprime una nuova sensibilità per la questione sociale. È l'atten­zione al progresso della scienza con le sue implicazioni ai processi produttivi dell'industria. Da qui le considerazioni di Pianciani: [...] Il povero diventa ogni gior­no più povero e il ricco ogni giorno più ricco. In Italia, l'operaio della campagna che moltiplica il valore della terra è derubato della sua proprietà; l'operaio della città che crea le ricchezze muore all'ospedale (cfr. l'opuscolo di Pianciani De la revolution et de l'Italie, citato da F. Della Peretta, Pianciani e il socialismo) in R. Ugolini, a cura, Luigi Pianciani tra riforme e rivoluzione cit., ma anche i saggi di L. La Puma, in Trimestre, 1986, n. 3-4, e F. Orsini, in Rassegna storica del Risorgimento, 1971, fase. I). Pianciani aggiunge: H contadino vuole, certamente, liberare il suolo della patria dalla presenza dello straniero, ma anche che questo suolo sia di sua proprietà. Il giorno in cui il contadino sì convincerà che la terra che egli lavora sarà sua, si metterà a capo della rivoluzione.
Le riflessioni politiche di Pianciani, a Jersey, seguono la triade Homme-Solidarietè'Science'. l'uomo è l'oggetto; la solidarietà il fine; la scienza è il mezzo del