Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana
anno <1999>   pagina <99>
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socialismo così come è sentito, anni 1853-54, con i dati della conoscenza. Quello di Pianciani è socialismo allo stato di intuizione, una scienza della fraternità. Sembrerebbe una forzatura andare alla ricerca della fondazione scientifica del socia­lismo negli articoli di Pianciani per il settimanale UHomme.
A Jersey, Pianciani identifica rivoluzione con progresso, cercando di con­ciliare i due termini. Pertanto, idee sociali di Pianciani piuttosto che idee sociali­stiche. Un più equo riparto delle ricchezze: libertà politica-indipendenza nazionale-rinnovamento sociale, coniugando Comte e Mazzini.
Il piano regolatore, il controllo degli spazi e del territorio, è il costante sparti­acque sia della prima, sia della seconda investitura di Pianciani anche se, nel 1881, egli tiene per sé l'ufficio edilizio. La maggioranza del consiglio precisa Toschi è clerico-moderata. Non è un problema di sgarbi o di galateo. Le stesse mediazio­ni di Depretis restano mediazioni. Il comizio popolare alTAlhambra di Roma che, plaudendo al programma di Pianciani, dichiara autentica iperbole decaduto il consiglio comunale rientra nello stile garibaldino. Non c'è da meravigjliarsi se Depretis, proprio nella continuità trasformistica , si astenga da ulteriori mosse pro-PiancianL
Pianciani ricerca una legittimazione che la legge elettorale del tempo non pre­vede. E anche in seguito, con la convalida del suffragio elettorale, l'autonomia degli enti locali resta alla mercé del potere centrale. Lo stesso blocco liberal-radicale Au­gusto Armellini-Baccarini dura poco (novembre 1889-dicembre 1890). Una oscillante mediazione tra il moderato Armellini e il pentarca Baccarini (cfr. A. Varni, Alfredo Baccarini tra Pentarchia e questione sociale, Bologna, Ed. Boni, 1983). Invece, a Brescia, Zanardelli incarna, nel modo più concreto e reale, classi medie e ceti popo­lari (cfr. R Chiarini, a cura, Giuseppe Zanardelli, Milano, Ed. Angeli, 1985).
Nel 1911, il consigliere comunale socialista Alberto Paglierini, rappresentante dei vetturini romani, lamenta che, invece di una strada del centro storico, al nome di Pianciani venga intitolato un vicolo delTEsquilino. E, sempre nel 1911, una scuola, presso Piazza Risorgimento, è dedicata a Pianciani. Troppo tardi, come da italico pa­radigma. D'altronde, per Nathan si provvede soltanto negli anni 1970-1980 dell'età contemporanea. La lapide ove nasce Nathan, in Via Torino, risale al vicino 1994.
AJrTssqutlino Via Pianciani. All'estrema periferia, Magliana Nuova, Via Nathan, poco lungi da "Via F.S. Benucci: ovvero, la Società generale immobiliare.
Pianciani, sindaco, ha il merito di far uscire UHomme dal dibattito teorico e dalla clandestinità incardinandolo questa la strada più difficile nella vita quoti­diana del governo municipale.
GIUSEPPE BARBALACE