Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana
anno <1999>   pagina <277>
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Gli ebrei e la Repubblica Romana 277
Si può discutere se sia trattato di una maniFestazione isolata di odio antiebraico o se l'episodio debba essere collegato ai tanti fatti del genere che si erano susseguiti sin dalla rivoluzione francese e dal diffondersi delle sue idee nel corso del triennio giacobino, fatti destinati a disegnare altrettanti tasselli del mosaico di un antisemitismo italiano, meglio definibile allora come antigiudaismo. Questo è stato spesso misconosciuto o trascu­rato dalla storiografia, portata a sottovalutarne le manifestazioni in nome di un generico bonismo nazionale che si sarebbe frequentemente manife­stato verso gli ebrei o di una sorta di indifferentismo nei confronti di fenomeni destinati ad apparire minori di fronte alla tragedia del nostro secolo culminata con la Shoah.
Gli assalti ai ghetti che si ripetono a partire da quelli compiuti a Li­vorno e a Firenze nel 1790, seguiti da quello di Roma nel 1793 e da quelli di Verona nel 1797 durante le ed. Pasque Veronesi e ancora di Senigallia e di Siena, dove alcuni ebrei vennero uccisi, di Urbino, Pesaro, Lugo di Romagna, Monte S. Savino, Pitigliano e Arezzo nel 1799 coniugano, infatti, i motivi dell'antico antigiudaismo religioso e delle tradizionali pregiudiziali economiche con l'antisemitismo e con l'idea della diversità negativa del­l'ebreo considerato allora anche come un nemico intemo per la sua adesio­ne alle idee democratiche contrarie al trono e alla fede, esportate nella penisola dalla Francia.31)
Argomenti questi destinati ad apparire ricorrenti e costanti in larga parte del pensiero reazionario e conservatore italiano, come si vedrà tra gli altri in Jabalot e più tardi in padre Bresciani e in Don Bosco32) ma che anche la più recente storiografia sulla controrivoluzione italiana ha spesso mostrato di rimuovere o di sottovalutare o, addirittura, di ignorare33)
agitazioni per la costituente italiana, Milano, 1950, p. 937. Per deplorare quegli atri di violenza Pellegrino Rossi, allora ministro dell'Interno, emetteva un prodama il cui testo, già pubbli­cato da ÌjQf. FAKIN1, LO Stato Romano, II, cit., pp. 356-357, è riportato integralmente da B. Di PORTO, Gli ebrei Hi Roma dai Papi all'Italia cit, p. 44, nota 84.
3*J Per gli assalti ai diversi ghetti V. S. FOA, Gli ebrei nel Risorgimento italiano cit., pp. 16-22 e A. MILANO, Storia degli ebrei in Italia cit, pp. 343-344.
*Q Dì padre Antonio Bresciani v. Della Repubblica Romana. Fatti storia del 1848-1849. Appendice dell'ebreo di Verona, Napoli, 1858; eli G. Bosco, La storia d'Italia raccontata alla gioventù 3* ediz. riv., 'l'orino, 1861.
M) Scarsi e non di grande rilievo sono gli studi sul pensiero controrivoluzionario in Italia che non affrontano, se non in qualche breve accenno, l'antisemitismo. Tra gli scritti più recenti v. F. LEONI, Storia della controrivoluzione in Italia (1789-1859), Napoli, 1975; S. FONTANA, La corttrorivolntQone cattolica in Italia (1820-1830). Brescia, 1968; N. DEL