Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana. Gran Bretagna. U.S.A.
anno <1999>   pagina <288>
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288 Giuseppe Monsagrati
avevano seguito in massa il papa a Gaeta, con ciò marcando la loro posi-2Ìone critica o il loro dissenso rispetto ad un avvenimento che, oltre a ferire la coscienza dei cattolici di mezzo mondo, riapriva pericolosamente la sta­gione rivoluzionaria in Europa costringendo i gabinetti a rimettersi all'opera per sventare la minaccia di possibili sviluppi da contagio3) all'interno della Penisola, e di fenomeni imitativi fuori di essa, col rischio di aggiungere altri focolai di rivolta a quelli già esistenti (Venezia, l'Ungheria di Kossuth) e di mettere ancora a repentaglio l'equilibrio faticosamente ricostruito l'anno prima.
Ad ógni modo, nel momento in cui i quattro princìpi fondamentali votati il 9 febbraio annunziavano staremmo per dire urbi et orbi, se non suonasse tròppo provocatorio l'avvenuta decadenza del potere temporale e l'instaurazione del regime repubblicano, uno stato di comprensibile esalta­zione collettiva contribuiva a tenere sullo sfondo il problema del consoli­damento delle neonate istituzioni verso l'esterno; e dunque da parte dei titolari dell'esecutivo non si rifletteva, o non si dava a vedere di riflettere, sul fatto che oltre ai due consoli americani e a qualche diplomatico di secondo piano, l'unico rappresentante di una Potenza europea che non si fosse recato a Gaeta, il console inglese a Roma John Freeborn, aveva, a dispetto del cognome che dunque non sempre è consequentia rerum* accura tamente evitato di prendere iniziative pubbliche tali da compromettere il pur spregiudicato ministro degli Esteri Palmerston. Per chi avesse voluto co­glierlo, questo era forse un segnale anche meno rassicurante, il preavviso di una freddezza forse inaspettata da parte di chi un po' superficialmente aveva creduto che la crisi del papato non potesse che essere salutata con entusiasmo dal governo d'oltre Manica.
Si fosse trattato solo di crisi del papato e dunque di una battuta d'arresto del cattolicesimo, probabilmente sarebbe stato così, per Londra e ancor più per Washington che nella circostanza sentiva risuonare, per quanto attutita dalla lontananza, l'eco suggestiva degli stessi ideali repubbli­cani che meno di un secolo prima avevano presieduto alla nascita degli Stati Uniti.4) Alla cultura americana, a quella politica e in misura maggiore a quella degli intellettuali, non mancavano certo elementi per riconoscere nel-
5) Una contagiosa influenza era appunto quella clic Garibaldi prospettava come possibile ad un amico livornese, Carlo Notati (lettera non datata ma febbraio 1849], in Edizione Nazionale degli Scritti dì Giuseppe Garibaldi, Epistolario, voi. TI: (1848-1849)y a cura di L. SANDRI, Roma, 1978, p. 81).
4) Tratta il tema del forte radicamento dei valori repubblicani nella politica statunitense D. LACORNE, L'in veti liuti de la république: te mortele americani* Paris, 1991, che mette anche l'accento sull'origine latina di larga parte del lessico politico americano e sui suoi molti riferimenti alle istituzioni dell'antica Roma (pp. 154 sgg.).