Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana. Gran Bretagna. U.S.A.
anno <1999>   pagina <292>
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292 Giuseppe Momagratì I
ricalcare ingloriosamente le orme della Francia monarchica:1 della Francia orleanisia, per la precisione, che non solo si era rifiutata nel 1831 di soccor­rere i rivoltosi, come pareva aver promesso, ma che nel 1832 aveva addi­rittura preteso di bilanciare l'influenza austriaca sulla Penisola occupando Ancona.15) Insomma, con la mossa di Luigi Napoleone si sarebbe dato il caso di una repubblica che giustiziava un'altra repubblica per ricollocare sul trono non un regime assoluto qualsiasi ma la scaturigine stessa dell'assolu­tismo, l'istituzione che per secoli lo aveva legittimato: con tanti saluti al mito della Francia madre di tutte le rivoluzioni e con il prevedibile inizio di un'epoca di stabilità pari a quella che nel decennio precedente, sulla base dell'avvicinamento di Luigi Filippo all'Austria, aveva assicurato al continente anni e anni di pace e di sviluppo. Non era un cattivo risultato per Londra, e c'era qualcosa di sinistramente simbolico in questa primavera dei popoli che si chiudeva con un'altra primavera, tanto lugubre nei suoi esiti finali quanto la prima era stata intrisa di vitalismo e che, compattando posizioni teoricamente antitetiche, cancellava di colpo quel poco che restava delle illusioni del '48. Nella nuova atmosfera della reazione napoleonica quanti avrebbero ancora creduto a quel deputato tedesco che all'inizio del 1849 si era detto sicuro che le nostre rivoluzioni, come le nostre mode, dobbiamo riceverle da Parigi ? 16>
Dai rapporti diplomatici di Londra con il Governo repubblicano, dalle istruzioni date da Palmerston al console Freeborn17) (e da questi puntual­mente eseguite con qualche episodico sforzo di comprensione che non implicava nessun riconoscimento formale e che tendeva essenzialmente a garantire il massimo di protezione ai compatrioti residenti in città), dalla raggelante reazione con cui lo stesso Palmerston aveva accolto gli inviati romani18) emerge dunque una non-strategia dietro la quale si scorge il
,4) ta notazione in P. SILVA, li Mediterraneo cit., p. 279, secondo il quale l'intervento francese in Ita Uà non poteva dispiacere al Governo di Londra, in quanto soffocava un pericoloso focolare di propaganda rivoluzionaria e repubblicana .
,s) In proposito risultano tuttora validi P. SILVA, La monarchia di Luglio e l'Italia. Studio di storia diplomatica, Torino, 1917; e V. VlDAL, Louis-Philippe, Metternieb et la crise italienne du 1831-1832, Bordeaux, 1931; per l'Austria N. NADA, Metternìch e le riforme nello Stato pontificio, Torino, 1957.
"9 Cit. da L. NAMIER, La rivolutone degli intellettuali e altri saggj sull'Ottocento europeo, Torino, 1957, p. 212.
i7i I corrispondenza ufficiale si legge nei due libri blu intitolati rispettivamente Corre-spondenct Respecting the Affittir* of ìtalj 1849. Presented to both Houses of Parliament by Com-mand o/H. M., London, 1849, e Correspondence Respecting the Ajjairs of Rome 1849..., Lon-
0 In particolare il più importante di questi, e cioè il ministro degli Esteri della Repub­blica Carlo Rusconi, che dei suoi contatti londinesi parlerà diffusamente nel suo La Repubblica romana del 1849 Romz, 1879 (III ed.), pp. 134-152.