Rassegna storica del Risorgimento

Repubblica Romana. Gran Bretagna. U.S.A.
anno <1999>   pagina <293>
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Gran Bretagna e U.S. A. di fronte alla Repubblica Romana 293
desiderio da parte del premier. Lord Russell, di farla finita il più rapidamente possibile con gli sconvolgimenti del '48 e con le loro fastidiose code rivolu­zionarie, anche a costo di lasciare via libera alla Francia. C'è però un signifi­cativo risvolto nell'atteggiamento che verso la Repubblica assume l'opinione pubblica inglese19) o meglio quella parte di essa che si riconosce nelle posizioni dei giornali conservatori, dai quali parte una campagna di stampa diffamatoria sulla presunta esportazione di opere d'arte di cui, approfittando delle circostanze, si starebbero rendendo responsabili alcuni elementi del personale politico romano. A distinguersi in questo disegno di vera e pro­pria disinformazione che arriva perfino in Parlamento dove però Lord Brougham che aveva raccolto e fatto proprie le insinuazioni sarà costretto a scusarsi20) è il Times, il giornale che secondo Herzen non poteva fare il nome di Mazzini senza aggiungervi insulti triviali,21) seguito a ruota dalla Quarterly Review, da sempre considerata la roccaforte del legittimismo reazionario. Prendendo di mira bersagli diversi, le due pubblicazioni mirava­no entrambe allo stesso obiettivo: fare in modo che l'antipapismo tradizio­nale degli Inglesi non li inducesse a guardare con benevolenza a quella che era anzitutto una rivoluzione, e neanche più soltanto una rivoluzione nazio­nale; della quale il Times sottolineava i provvedimenti che, ribaltando le basi sociali, attuavano il programma eversivo dei rossi, laddove la Quarterly Reviewy evocando le luminose figure di sovrani quali Gregorio XVI e Ferdi­nando II di Borbone, si preoccupava di evidenziare l'usurpazione del potere che aveva preceduto l'avvento del regime repubblicano.22) Per l'ima e l'altra pubblicazione Mazzini era un Robespierre redivivo, l'anarchia ormai re­gnante a Roma costituiva il miglior viatico per il comunismo e la rivolu­zione era inquinata da un tasso di giacobinismo che andava ben oltre la capacità di sopportazione della borghesia d'oltre Manica. In tal modo non solo si sostenevano le scelte del Governo Russell-Palmerston e si faceva il vuoto intorno alle istituzioni volute dai Romani, ma si ingenerava anche una profonda sfiducia nella possibilità di sopravvivenza delle stesse, Jnfluenzan-
W Sul punto rinvio a J. DAVIS, Great Brifain and Itaty cit, pp, 396 sgg.
2) Offre una esauriènte e documentata ricostruzione di questo episodio M. MENGHINI, // Conte G. Manzoni e la sua missione a Parigi e a landra, estratto da AA.W., Studi e docu­menti su Goffredo Mameli e la Repubblica romana, Imola, 1927. Senza volerlo, provvedcrà curiosamente a vendicare Manzoni un pubblicista Francese che parlerà del console inglese Fceeborn come di un uomo che disimpegnava le funzioni diplomatiche facendo al tempo stesso le funzioni di mercante di quadri (A. BALLKYDIER, Storia della rivolutone di Roma..., Napoli, 1852, pp. 355 sgg.),
2iJ A. HERZEN, Passato e pensieri* Torino, 1949, p. 286.
230 Le notizie sulle due pubblicazioni compaiono in G.M. TREVBLYAN, Garibaldi'S De-jence o/the Roman Ripublic 1848-9, London, 1928, pp. 110 sgg.