Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana. Francia
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1999
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pagina
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Gerard Delille
come in Francia con un rapido aumento della popolazione, anche se minore rispetto a quello riscontrato in Inghilterra o in Germania. In un primo tempo, nella prima metà dell'800, quest'espansione accresce a dismisura le classi pauperizzate (cosiddette pericolose). La differenza è da ricercare, caso mai, nel fenomeno della limitazione delle nascite che dilaga precocemente e largamente, anche nelle classi rurali, in Francia mentre rimane strettamente limitato, in Italia, alle classi dominanti istruite, nobiltà e borghesia. Bisognerà aspettare gli anni 70 o la fine dell'800 per costatare nell'Italia del Nord, soltanto un inizio di diffusione popolare del fenomeno. Il problema può sembrare ben lontano dal tema che ci interessa qui. In realtà non lo è poiché la diffusione in Francia della limitazione delle nascite significa una presa di distanza, cosciente o no, di una gran parte della popolazione, anche rurale, dalla Chiesa. Nella prima metà dell'Ottocento, i vescovi francesi tuonano con ripetuta insistenza contro i funesti segreti che infestano le campagne. Questo non avviene in Italia e ritroveremo questa differenza a livello dei comportamenti e degli avvenimenti politici del 1848-49. I rivoluzionari romani sono uomini soli a cui mancherà, nei momenti decisivi, l'appoggio popolare.
Non insisterò neppure sul problema, importante, della diffusione dell'alfabetizzazione, caratterizzata da una lenta ma regolare crescita della popolazione di persone che sanno leggere e scrivere e da un primo avvio dell'istruzione delle donne. Tuttavia, tra Francia e Italia, le basi di partenza sono molto diverse. Nel primo caso, come hanno mostrato i lavori di F. Furet, si riscontra una media di circa il 40 di alfabetizzati agli inizi dell'Ottocento, con differenze regionali che vanno dal 15-20 al 70. Nel secondo, come hanno mostrato i lavori di J.M. Salmann, non si supera una media del 10-15, con un forte divario riscontrabile sia nel Nord che nel Sud, tra città e campagne (a Napoli, il tasso di alfabetizzati supera il 40 mentre nelle campagne vicine non raggiunge il 10) e un altro divario ancora più evidente tra Nord e Sud (quest'ultimo include in gran parte il Lazio) del paese e che andrà allargandosi per tutto l'Ottocento. Il decollo dell'alfabetizzazione avverrà nel Sud soltanto a partire dagli anni '80 con la prima diffusione delle Scuole rurali volute dal nuovo regime politico dell'Italia unita.
Anche queste constatazioni possono sembrare lontane dal nostro tema. Costituiscono invece un elemento di spiegazione della partecipazione differente agli avvenimenti rivoluzionari in Francia e in Italia (e a Roma, in particolare) degli intellettuali, delle classi colte o più semplicemente istruite, del perché questi movimenti essenzialmente urbani rimarranno tali in Italia