Rassegna storica del Risorgimento
Repubblica Romana. Francia
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1999
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Girard Dettile
parvenza soltanto, poiché il privilegio riguardava un numero esiguo di famiglie. La Monarchie de Juillet si affretterà, con la legge del 25 dicembre 1831, a cancellare tali pratiche, equiparando giuridicamente e definitivamente la nobiltà alle altre classi sociali. Ma, soprattutto, è la nobiltà stessa che nelle sue pratiche quotidiane, nei rapporti tra i suoi diversi membri all'interno delle famiglie, nei suoi modi di vita, rifiuta ormai qualunque sistema di privilegi. Tutti avevano tratto le conseguenze dell'immane catastrofe settecentesca quando, per via di una pratica sistematica delle primogeniture (con matrimonio del solo figlio primogenito e condanna al celibato dei cadetti), i due terzi delle famiglie nobili europee si erano estinte per via naturale, per mancanza di eredi. Ormai, tutti o quasi, in Francia come a Roma, o a Napoli (si vedano Ì lavori di Paolo Macry e di Maria Antonietta Visceglia), sono tornati a fare sposare tutti i loro figli con conseguente divisione ugualitaria o solo parzialmente disuguale dei patrimoni Man mano questa divisione includerà anche le donne. Tutti si sottomettono al diritto comune per assicurare la sopravvivenza biologica dei casati, con conseguenze devastanti per i regimi conservatori e per la Chiesa. Con la ripresa dei matrimoni, infatti, le nobiltà, ancora fortemente endogamiche, sul piano territoriale, fino alla fine del Settecento, si internazionalizzano: quelle italiane fiorentine, milanesi, romane... , moltiplicando le alleanze con famiglie francesi, inglesi o addirittura russe. A Roma, i legami stabiliti durante il periodo napoleonico (tra i Borghese e i Napoleonidi, per esempio), rimangono vivi e una parte della nobiltà non nasconde le sue simpatie profrancesi (un Napoleone farà parte della Costituente romana) e accoglierà con favore l'intervento militare del 1849. Su questi legami familiari si sovrappone, nel caso italiano e romano, un'influenza culturale molto forte. Questa non si limita al campo culturale o politico-ideologico. Penetra spesso in ogni aspetto della vita quotidiana. Una ricca famiglia provinciale come quella dei Barracco, in Calabria, riceveva regolarmente a Isola Capo Rizzuto o nelle sue dimore sulla Sila (andrà poi a stabilirsi a Napoli), libri, giornali, riviste di moda da Parigi.
Soprattutto, l'abbandono delle primogeniture contribuì ad un distacco decisivo tra Chiesa e nobiltà. Nei paesi cattolici, i cadetti diseredati erano infatti per lo più indirizzati verso carriere ecclesiastiche, assicurando alla Chiesa la disponibilità di un personale numeroso e fidato, in grado di inquadrare le popolazioni urbane e rurali e di imporre le sue decisioni, in particolare quelle della Controriforma tridentina. Tali carriere assicuravano anche un legame stretto, organico tra Chiesa e nobiltà. Ed è proprio questo legame che si rompe definitivamente nella prima metà dell'Ottocento, i no-