Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia politica. Secolo XIX
anno
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1999
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pagina
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357
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La Repubblica Romana e le carte dell'Archivio Secreto Vaticano 357
Altri funzionari si rivolsero alTAntonelli perché comprendesse le loro angustie finanziarie e li scusasse se aderivano alla Repubblica: il prosegretario di Stato da Gaeta fu inflessibile, anzi alla richiesta di aiuti economici per i fedelissimi che perdevano lo stipendio, si limitò a promettere loro che in futuro, ristabilito l'ordine, il S. Padre avrebbe ricordato e premiato la loro fedeltà.10) Questo non impedì però al papa di dare 1.000 scudi al principe Barberini, perché li distribuisse ai membri della guardia nobile, disciolta dalla Repubblica.'1) Il prosegretario di Stato si rallegrava invece con chi restava fedele senza difficoltà, come gli addetti ai vari tribunali ecclesiastici che dopo l'avvento della Repubblica dichiararono di non poter continuare le loro funzioni. Antonelli aggiunse però: Sarebbe stato a desiderare che l'antesignano del loro consesso Muzzarelli, decano della Rota , che per orrore non voglio qui nominare, non si fosse ricoperto di perpetua ignominia, né si fosse reso colpevole dei più nefandi sacrileghi, ma egli porterà con seco (sic) la maledizione di Dio e degli uomini.12) SÌ comprende meglio lo sdegno dell'Antonelli se si ricorda che dopo le elezioni e la proclamazione della Repubblica Romana, le nuove autorità avevano cominciato a chiedere ai funzionari statali l'esplicita adesione al nuovo regime. Muzzzarelli era stato in questo uno dei più zelanti. Il 9 febbraio aveva soppresso ogni autorità della gerarchia sulla scuola (imitando la legge Bon-compagni del 4 ottobre 1848, del Regno di Sardegna), e aveva chiesto il giuramento di fedeltà alla Repubblica a tutti i professori universitari. Si ripeteva così quanto era accaduto nella giacobina Repubblica Romana. Ma allora le polemiche intorno alla liceità del giuramento sollevate dall'ex gesuita Bolgeni e dal Boni provocarono dubbi, fino alla dichiarazione univoca di Pio VI, che proibì il giuramento. Questa volta la questione era più chiara, o almeno poteva apparire tale. Di fatto i professori ecclesiastici e qualche laico rifiutarono la loro adesione e vennero licenziati. Gli aderenti rimasero al loro posto, e solo caduta la Repubblica, e dopo la chiusura dell'università per un anno, 1849-1850, furono sottoposti al giudizio, in realtà piuttosto benevolo, della commissione di censura (che si limitò a una breve sospensione).13) Più abile fu la condotta di Luigi Poletti, architetto
>> ASV, SdS, Gaeta e Portici, 1848-1856, rub. 165, fesc. 36, ff. 192-202.
i Jw, rub. 165, fase 39.
z> Ivi, rub. 165, fase. 3, f. 142, io data 14 novembre 1849. Sul Muzzarelli, 1797-1856, che non era sacerdote, cfr. G. MARTINA, Pio IX cit, p. 293. Dopo il 1849 riparò in Piemonte* e finì a Torino malato di mente.
i) Sulla laicizzazione dell'università di Roma (L'Archiginnasio) e sul comportamento dei professori, mancano documenti vaticani. Forse molte notizie sarebbero reperibili