Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XIX
anno <1999>   pagina <358>
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Giacomo Martina SJ.
direttore della fabbrica di S, Paolo, un uomo che aveva raggiunto una certa fama ed autorità nel mondo artistico romano del primo Ottocento. Il 6 marzo egli notificò all'Antonelli a Gaeta che la Sovrintendenza della Fabbrica di S. Paolo era passata dal 1 gennaio 1849 sotto l'autorità del Ministero del Commercio. Egli aveva ricevuto l'ordine del Ministero di trasmettere agli impiegati della fabbrica la formula di adesione alla Repubblica, e di aderirvi Ini stesso. L'architetto ricordò all'Antonelli che, invitato già prima ad accet­tare la cattedra di architettura pratica nell'Accademia di S. Luca, l'aveva rifiutata per non aderire alla Repubblica. Non riteneva però di dover ab­bandonare dopo tanti anni la direzione dei lavori di S. Paolo, e comunicava la lettera inviata al Cittadino Ministro: H sottoscritto architetto direttore ritiene che il condurre coll'ingegno e coi disegni l'opera di una fabbrica è un onore, e non mai un impiego civile, nella stessa guisa che un pittore o uno scultore, cui fosse affidata l'opera di una pittura e di una scultura, non può né deve considerarsi un impiegato civile di qualunque pubblico com­mittente. E veramente, terminata la fabbrica di San Paolo, lo scrivente cessa dalla sua assistenza della parte ideale dell'edificio, senza poter pretendere per diritto quello che appartiene ad un impiegato civile. Né il titolo di gratificazione annua, [...] né quello di rimunerazione mensuale può qualifi­care un architetto come impiegato [...] Onorato di una di quelle grandi opere che di rado si presentano ad un artista, egli vuole essere considerato in questo senso, e però tiene fermo che non lo riguarda la legge degli impiegati civili. L'Antonelli nella risposta lodò il suo rifiuto della cattedra dell'accademia di S. Luca, e il partito preso per continuare a dirigere i lavori di S. Paolo essendo ben sicuro che a prezzo dei doveri di suddito e di cattolico ella rinunzierebbe a qualunque incarico anche diretto a buon fine. E Poletti rimase al suo posto, senza nessun'altra dichiarazione.14) Corboli
nelle: carte dell'ASV, Consiglio di censura, 1849-1851 (52 buste divise per anni, ministeri, province, regioni, persone: queste ultime in ordine alfabetico, dalla busta 27 a quella 52). Alcune notizie di un certo interesse, ma relative alla fine del 1849, in ASV, SdS, 1849, rub. 43. Notizie importanti in N. SPANO, L'università di Roma, Roma, 1935, p. 88. L'opera ri­sente della mentalità e del clima di quegli anni, ma dà notizie difficilmente reperibili altrove. Sull'università negli anni giacobini, 1798-1799, cfr. M.R. Di SIMONE, Organiszazione e cultura giuridica alla Sapienza durante il periodo repubblicano e C. CANONICI, 7/ dibattito sul giura­mento civico, entrambi in La rivoluzione nello Stato della Chiesa, 1789-1799, a cura di L. FIORAMI, Pisa-Roma, 1998, pp. 147-172, 299-328.
M) Abbiamo ampie notizie su Luigi Poletti, 1792-1869. Cfr. ASV, SdS, Gaeta e Portici, 1848-1850, rub. 165, fase 41, ff 84-86. Inoltre, C. CAMPORI, Bibliografia di Luigi Potetti, in Memorie patrie, storiche e biografiche Modena, 1881; P, SUGARELLI, voce Poletti dell'Enciclo­pédia Italiana, XXVII, Roma, 1935, p. 623; C. CESCHl, Le Chiese di Roma..., Bologna,