Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XIX
anno <1999>   pagina <359>
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La Repubblica Romana e le carie deWArchivio Segreto Vaticano 359
Bussi quei mesi comunicava al papa vari casi di coscienza; Non tutti per verità hanno lo stesso merito [...] perché vi sono quelli della prima ora e quelli dePundeàma e mezzo; vi sono dei ricchissimi e dei poverissimi; vi sono di quelli che diedero una schietta e franca risposta; di quelli che negoziarono un poco, di quelli che si risolvettero più per prudenza che per coscienza; di quelli che escirono in risposte evasive, dicendo che si faceva loro ingiuria con una domanda che ricerca l'intimo della coscienza [...] Se a taluno il Signore ha fatto la grazia di dar loro almeno la prudenza, io ho creduto di dover rispettare questa misericordia del Signore, e non arrogarmi nessun giudizio, ma di dire semplicemente quello che è comune a tutti [...] Sentii dire [...] che al Ministero delle Finanze erano mancate quattrocento adesioni. Lo che vorrebbe dire che un bel numero degli impiegati di quel Ministero si fosse ricusato [...]: sebbene il total numero degli impiegati da
1963, pp. 63, 90, 94; A.M. CERIONI, L'incendio del 1823. Problemi e polemiche per la ricostru-spione e la sua realizzazione, in S. Paolo fuori le mura, a cura di C. PIETRANGELO Firenze, 1988, pp. 71 sgg. Nato a Modena, vissuto quasi sempre a Roma, fu uno degli architetti più noti e influenti nella Roma del primo Ottocento, ed influì largamente (in senso giudicato oggi in modo negativo) sull'architetto tanto appoggiato da Pio BC, Virginio Vespignani, suo alunno. Diresse a lungo la ricostruzione della basilica di S. Paolo, Incendiata nel 1823 e inaugurata alla fine del 1854. A lui si deve l'indirizzo scelto nella ricostruzione, che la voce del1 Enciclopedia Italiana sintetizza obiettivamente in questi termini: L'accademismo neoclas­sico dominava gli spiriti, alimentato [...] dalla presenza di antichi monumenti [...] Fece (di S. Paolo) una ricostruzione grandiosa, ma fredda, lontana dal carattere dell'antica basilica cristiana. Al Poi etti si deve il campanile attuale della basilica di S. Paolo, a fianco del­l'abside, giudicato bizzarra costruzione di pessimo gusto. Ceschi riporta un giudizio di un autore di metà dell'Ottocento: (Fece ) della confessione di S. Paolo bel monumento di classica architettura, che ispiratasi alla tradizione della più pura antichità, rileva ad oltranza quanto il ragionato connubio dell'antico col moderno sia potente a produrre opere atte a contrastare co' secoli per belle celebrità. Ceschi osserva: Il quale.commento è più che mai illuminante sul pensiero che ancora alla metà del secolo dominava il comporre nell'architet­tura. Ed effettivamente il baldacchino da lui costruito sull'altare maggiore venne più tardi rimosso. L'architetto venne sepolto accanto alla sacrestia della basilica, dove resta ancora un suo busto marmoreo. Probabilmente analoghe idee prevalevano in altri artisti, scultori come Tenerani, autore del monumento funebre a Pio Vili a S. Pietro e a Pellegrino Rossi a S. Damaso, architetti cóme l'Azzurri, e Andrea Busìri Vici (1818-1911). Quest'ultimo, figlio dell'arte (di una famiglia di architetti), rigidamente papalino, tanto da attribuire ai piemonte­si tutti i mali di Roma dopo il '70, comprese le malattie e le inevitabili influenze, con vari zìi e nipoti gesuiti, simpatici apostoli della Roma papale ed italiana* era tenente del genio nel 1849, e ricusò di aderire alla Repubblica Romana. Non mi risulta che abbia per questo avuto difficoltà. Come architetto fu in costante polemica col Vespignani, rifiutando la linea di questo sui restauri dei monumenti antichi. Sarebbe interessante un'ulteriore esplorazione in questo campo. Ricordo del resto che l'archeologo De Rossi lasciò Roma per Napoli all'inizio del 1849.