Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia politica. Secolo XIX
anno
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1999
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pagina
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366
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Giacomo Martina SA.
Lasciando questo argomento, mi preme osservare un altro aspetto diverso, relativo per altro al periodo di transizione fra la Repubblica e la restaurazione. Si fanno avanti con nuove ambiziose pretese elementi infidi, violenti e facinorosi contro i loro avversari, che avevano avuto un certo rilievo ancora nei primi mesi del pontificato di Pio IX, e, dopo la reazione alla pretesa congiura gregoriana erano stati messi da parte. Spiccano fra essi Stanislao Freddi, l'Aliai, Francesco Nardoni, e Virginio Alpi, oggetto più tardi di un clamoroso processo per contrabbando, che, nonostante la condanna a tre anni di carcere, riuscì a fuggire a tempo in stato estero . I loro nomi sono già noti almeno agli storici: Virginio Alpi è stato reso noto anche al grosso pubblico da Riccardo Bacchelli nel suo romanzo II mulino del Pò, che unisce alla scorrevolezza del racconto un'attenta analisi storica e una documentazione che sfugge, penso, alla maggior parte dei lettori.2 E inevitabile che in periodi di transizione certe figure ambigue riaffiorino e riscuotano fiducia immeritata. Si tratta di ricostruire il loro influsso effettivo e il loro significato concreto in quei momenti. Comunque, mi pare di ben
importanti in I documenti del processo dì Galileo Galilei, a cura di S. PAGANO, collaborazione di A. LUCIANI, Città del Vaticano, 1984, pp. 35-37. Pagano (p. 35, n. 74) riferisce il decreto della Repubblica Romana del 3 aprile 1849, che destinava il palazzo del S. Ufficio ad abitazione civile a modico prezzo. Il decreto è certo, ma non sembra sia stato mai applicato. U Palazzo dal febbraio era stato parzialmente occupato da soldati, e, più tardi, da truppe francesi. Non è chiaro se il Gherardi abbia consultato direttamente l'Archivio o abbia avuto solo in copia estratti a lui dati dal Manzoni Si direbbe che consultasse direttamente l'Archivio, se nella prefazione al suo lavoro (Ilprocesso di Galileo riveduto sopra i documenti di nuova fonte, in Rivista Europea, 1870, giugno, fase. 1) afferma: (Alla chiesa di) S. Apollinare troppi dovevano aver libero l'accesso anche per registri di dare e d'avere e di amministrazione compresi fra i libri stampati. Non è ben chiaro quando finirono all' Archivio di Stato di Roma alcuni volumi della Stanza Storica del S. Ufficio restituiti poi solo nel marzo 1919 (S. PAGANO, op. di, p. 38, n. 82). Direi a occhio e croce che essi furono presi nel 1849. Non è chiaro quando furono prese le carte finite poi a Dublino, al Trinity-College: nel 1849 (durante la repubblica, o durante l'occupazione francese?), o prima (durante il primo impero?). Cfir. C. CORVISIERI, Compendio dei processi del S. Ufficio a Roma (da Paolo III a Paolo IV), in Archivio della Società Romana di Storia Patria, III, 1880, pp. 264-265, nota. Stando a una notizia incompleta del libro E. LAVAGNINO, San Paolo sulla via Ostiense, Roma, s.d., p. 17, anche l'Archivio di S. Paolo fuori le Mura sarebbe stato trasportato a S. Callisto: Occupato il palazzo dai soldati francesi, le carte si portarono di nuovo in S. Paolo, ma erano purtroppo ridotte in scarsissimo numero .
so Cfe per Freddi, Aliai, Nardoni, G. MARTINA, Pio IX dt., pp. 58-59, 144-145, 399-403, 421. Per l'Alpi cfr. anche G. MARTINA, Pio IX (1851-1866), Roma, 1985, p. 19; e to., Roma capitale dello Slato pontificio nel Risorgimento, in Le città capitali degli Stati pre-unitari, Atti del LUI Congresso di Storia del Risorgimento Italiano (Cagliari, 10-14 ottobre 1986), Roma, 1988, pp. 352-355.