Rassegna storica del Risorgimento
Italia meridionale. Storia politica. Secolo XIX
anno
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1999
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pagina
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367
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ha Repubblica Romana e le carie dell'Archivio Segreto Vlgjfcanù
altra importanza la lettera che il Corboli Bussi scrisse al papa il 4 luglio 1849.3, Ieri i Francesi sono entrati in Roma: la mattina dalla parte di Trastevere, dove furono amichevolmente accolti dal popolo; il dopo pranzo, dalla parte di Piazza del Popolo, venendo pel Corso, dove con un'audacia che non crederei se non l'avessi veduta, furono salutati con orribili imprecazioni da una turba apparentemente disarmata, ed essi corrisposero con una pazienza veramente ammirabile. Il regime del terrore però non è finito ancora; anzi, cessato il cannone, ricomincia il pugnale; e ieri solamente vi furono tre assassinii. Onde io mi tengo ancora chiuso in casa, e non oso prendermi la libertà nepure di andare a S. Pietro, che pure mi prendevo durante l'assedio (sebbene una ventina di volte solamente dal 25 aprile a tutto giugno, e sempre in carrozza ben chiusa). La festa di San Pietro fu da noi celebrata con la possibile solennità, e tutta in Pontificalibus. Io non mancai in quel santo giorno di celebrare all'altare dei SS. Apostoli, secondo l'intenzione della Santità Vostra. La lettera si chiude con il resoconto dei sussidi distribuiti a vari impiegati destituiti per la loro fedeltà al regime pontificio, e con qualche cenno sulla conclusione del suo importante lavoro sulla situazione della Chiesa in Francia:31) Gli ultimi articoli sono imperfetti e peggio scritti dei primi; ma sono scritti in mezzo all'incessante fragore delle artiglierie, e ciò sarà forse una garanzia della retta intenzione con cui ho scritto (giacché ho trovato che scrivere sotto il cannone è un buon modo d'avvezzarsi a carnminare alla presenza di Dio) .32)
M) ASV, Archivio Pio IX, Oggetti Vari, n. 502. Si pilo dedurre dalla lettera che il Corboli abitasse (in casa della sua famiglia) sul Corso, direi vicino a piazza SS. Apostoli.
3*> G. CORBOLI BUSSI, Rapporto sopra alcuni affari religiosi di Francia spedito a Sua Santità in Gaeta in occasione dei sinodi che erano per celebrarsi dall'episcopato francese nel 1849, Roma, 1851. Si tratta di 120 pagine molto dense, ben informate, equilibrate anche se con una certa critica a varie tendenze francesi. Riservato, una copia è conservata alla Biblioteca Vaticana, dove è reperibile secondo le indicazioni del catalogo.
39 Vale la pena di ricordare ancora la lettera del card. Castracane a Pio IX, già citata alla nota 17, del 31 gennaio 1850: Quantunque il clero di Roma sia fermo nelle massime e morigerato, pure degli uomini apostolici di petto sacerdotale o superiori a certe fatali abitudini del paese, pochi o niuno si trovano atti a veramente a correggere le massime del popolo abbisognoso d'istruzione religiosa, e di civile generosa condotta. Sarebbe interessante lo spoglio dei documenti del consiglio di censura. Risulta (ASV., SdS, Gaeta e Portici, 1848-1850, rub. 68, fase. 1-3) che gli impiegati erano stati riammessi provvisoriamente ai loro posti, in attesa del parere del consiglio di censura. Non conosciamo le norme e le istruzioni date a questo consiglio, presieduto da un certo Alberto Barbolani di Montauto, sottodatario, addetto cioè alla Dataria, che non sembra abbia fatto ulteriore carriera. Conosciamo alcune relazioni, come quella sugli addetti alla S. Casa di Loreto. La relazione e