Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XX
anno
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2000
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Alberto Maria Gbisalberti
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Non scrivo una storia della guerra, pure se circoscritta soltanto alle tavolette di campagna dei particolari settori nei quali sono stato presente quando portavo le mostrine della Modena, mi limito a rievocare alcuni miei momenti, sulla base anche di documenti ufficiali, ma, soprattutto di ricordi personali fin dove la memoria li ha conservati e di non scarsi resti della mia corrispondenza di trincea con parenti e amici, soprattutto con il babbo (Ricordi, p. 169).
Nominato tenente (7 settembre 1916), G., dopo aver frequentato un corso alla Scuola mitragliatrici O di Brescia, combatté nella brigata Potenza sulla Bainsizza, a Caporetto, sul Piave, a Vittorio Veneto. Questi anni di vita militare, terminati per lui nell'ottobre 1919 per i quali ebbe ampi riconoscimenti (una medaglia d'argento sul campo, una croce di guerra e un encomio solenne) ebbero un posto centrale nella vita di G. che quella guerra sentì come l'ultima guerra del Risorgimento e che rappresentò, come ha scritto il suo più vecchio scolaro, Vittorio Emanuele Giuntella, l'esperienza fondamentale della sua esistenza (A.M. G. e L'ultima guerra del Risorgimento , nel voi. In memoria di A..M. Gbisalberti, p. 75). Nel suo interventismo c'erano, insieme, motivi nazionalisti e mazziniani: raggiungimento dei confini naturali e affermazione del proprio paese ma anche liberazione di altri popoli in lotta per la propria identità nazionale.
Conseguita la laurea con una tesi su G. Galletti relatore Pietro Fedele G. ebbe da quest'ultimo la proposta di insegnare storia al liceo pareggiato del Collegio Nazareno, e dal preside, padre Luigi Pietrobono, il 7 agosto 1922, la formale richiesta. Al Nazareno G. rimase dall'8 ottobre di quell'anno al 1934: dodici anni indimenticabili certamente per la mia formazione spirituale, se non proprio per l'arricchimento della borsa {Ricordi, p. 15). Nel liceo romano G. ebbe l'opportunità di conoscere e apprezzare, oltre lo stesso Pietrobono, padre Pasquale Vannucci, insegnante di italiano e latino, allora assistente generale dell'ordine scolopio; l'ex sacerdote Odoardo Gori, titolare della cattedra di italiano, scrittore e traduttore di autori classici e moderni; Nazareno Capo, insegnante di latino e greco e poeta egli stesso; Celestino Spada, che occupava la cattedra di storia dell'arte già tenuta da Valerio Mariani; don Primo Vannutelli, tormentata figura di sacerdote e di studioso, legato ad Ernesto Buonaiuti al pari di Alberto Pinchetle, insegnante di italiano e storia al ginnasio superiore. E fu il Pincherlc ad introdurre G. nella cerchia di Buonaiuti, con il quale stabili un legame che nulla riuscirà a incrinare (mi voleva bene e, sebbene non suo discepolo, mi onorò della sua amicizia fino alla morte, Ricordi, p. 15).