Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storiografia. Secolo XX
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2000
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10 Giuseppe Talamo
dino e il direttore della rivista Eugenio Casanova, sostenitori dell'autenticità del documento, e G. Volpe, K Salata e A. Aberri, che la negavano nettamente, si accompagnavano in realtà a un dissidio profondo tra quanti, come Gentile e Volpe, miravano a saldare il fascismo al Risorgimento e alla prima guerra mondiale in una visione continuista della storia italiana, e quanti, per affermare il carattere originale e rivoluzionario del fascismo, sottolineavano la trattura non solo fra questo e il liberalismo giolituano, ma tra il fascismo e lo stesso liberalismo cavouriano.
Il congresso della Società (organizzato a Roma nel 1932 da Carlo Morandi, Walter Maturi e dal G. e ampiamente approvato dal Volpe per la concezione larga ed elevata del Risorgimento che vi si era affermata) portò alla costituzione di un nuovo Consiglio centrale che confermò alla presidenza Giardino, elesse De Vecchi, Rava, Gentile e G. Treccani vicepresidenti, Casanova segretario generale, Igino Scalfari tesoriere, e Ambrogio Crippa e il G. segretari. La Rassegna era affidata ad un comitato direttivo (Volpe, Rava e Salata) con il G. segretario di redazione.
Nelle riunioni del 12 dicembre 1932 e del 27 febbraio successivo, però, il presidente Giardino defini iUegittimo il rinnovo delle cariche e la costituzione del nuovo comitato centrale e fece approvare la proposta di affidare a De Vecchi la Rassegna e il comitato delle pubblicazioni. Votarono a favore 22 consiglieri, votarono contro Monti, G. e Volpe, che si dimise. De Vecchi divenne direttore della rivista, il 16 marzo 1933 commissario straordinario della Società e nell'agosto successivo presidente.
Contemporaneamente, del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento, esistente dal 1906, presieduto da Gaspare Finali e poi da Paolo Boselli, nel marzo 1932 era divenuto commissario straordinario Giovanni Gentile. Il tentativo di quest'ultimo di creare un Istituto storico fascista per gji studi sul Risorgimento fallì. I compiti del Comitato furono divisi fra llstituto storico per l'età moderna e contemporanea e la Società nazionale per la storia del Risorgimento che verrà trasformata nel giugno 1935 nell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, presieduto da De Vecchi che era già presidente della Giunta centrale per gli studi storici e ministro dell'Educazione nazionale (MASSIMO BAIONI, Fascismo e Risorgimento. Llstituto per la storia del Risorgimento italiano, in Passato e Presente, a. XV (1997), pp. 45-75).
La nuova carica costrinse G. a lasciare il Nazareno e l'Istituto dell'Enciclopedia. Intanto crescevano i suoi impegni universitari: nel 1936, vincitore con Carlo Morandi e Franco Valsecchi del secondo concorso di storia del Risorgimento, bandito questa volta da Pisa, venne chiamato a Palermo nella Facoltà di Lettere e Filosofia, dove rimase per tre anni,