Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XX
anno <2000>   pagina <13>
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Alberto Maria Ghisalberti
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La collocazione universitaria auspicata da Ghisalberti valeva a sottolineare l'irrinunciabile carattere umanistico che lo studio della storia deve conservare, se non si vuole smarrire il senso dei valori spirituali che nella realtà agiscono in modo determinante o, in altro linguaggio, se non si vuole chiudere gli occhi alla funzione creativa della libertà nella storia (ROSARIO ROMEO, Vecchie polemiche e questioni attuali della storiografia italiana, in In memoria di Alberto M. Ghisalberti, pp. 161-169).
Due scritti inediti del G. un Diario e una Memoria confermano il progressivo distacco di G. dal regime dopo il 1938. Alle numerose agen­dine che dalla giovinezza aveva riempito annotandovi la sua attività quoti­diana, G. affiancò, a pochi mesi dall'intervento dell'Italia nella seconda guerra mondiale, un diario che va dal 17 ottobre del 1940 al 12 febbraio del 1941 di cui ha dato ampia notizia il figlio Carlo (Un diario inedito del primo periodo della seconda guerra mondiale, 17 ottobre 1940-12 febbraio, in In memoria di Alberto M. Ghisalberti, pp. 101-115). Questo diario inedito ci fa conoscere Fatteggiamento del G. nei confronti non solo del secondo con­flitto mondiale, ma dello stesso regime fascista. Se infatti nelle sue agendine G. aveva manifestato forti timori nel marzo 1938 per YAnschluss (Finis AustriaeX E noi ora?) e se nel giugno del 1940 aveva sottolineato la radi­cale diversità tra l'atmosfera di quei giorni e quella del maggio 1915, nel diario appena iniziato la simpatia e l'ammirazione soprattutto verso l'Inghilterra sono chiarissime insieme alle critiche sempre più nette verso il regime. H 20 ottobre 1940, a proposito degli attacchi dell'aviazione tedesca a Londra, G. scriveva:
Si può dire sul serio che da quella resistenza dipendono i destini dell'epoca nostra: Dittatura o Democrazia, libertà o totalitarismo sono i termini il cui valore può essere imposto o cancellato dalla resistenza dei londinesi al bombardamento aereo [...]. Non credevano quasi rutti che l'Inghilterra avrebbe chiesto anch'essa di trattare? Due mesi di respiro e si è ripresa (Un diario inedito cit, p. 109).
E il 9 novembre dello stesso anno trascriveva una confidenza di Gioacchino Volpe durante una riunione della Giunta per gli studi storici: credevamo di avere un esercito preparatissimo, ma quello che è accaduto sulle Alpi e quello che accade ora (in Grecia) sono un'amara sorpresa [...] se le cose seguiteranno così, c'è da dubitare di tutto quello che abbiamo cre­duto .
Il confronto spontaneo in G, era sempre con la prima guerra mondia­le; allora il re nel suo proclama in occasione dell'intervento aveva parlato