Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storiografia. Secolo XX
anno <2000>   pagina <14>
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14 Giuseppe Talamo
con rispetto di un avversario valoroso e degno di voi; ora si insisteva nel disprezzare l'Inghilterra, ripetendo che gli inglesi avevano paura ed erano disposti a battersi solo con gli eserciti degli altri. Povera Italia com­mentava G. il 19 dicembre in diciotto anni di bluff sì è scompaginato un grande paese! .
Il 12 febbraio 1941 G. termina il Diario; il giorno dopo, richiamato alle armi, è destinato all'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, dove riceve l'incarico di redigere una memoria sulle origini della seconda guerra mondiale e sull'intervento italiano.
Questa memoria fu segnalata da Alberto Maria Arpino vice direttore del Museo Centrale del Risorgimento, e dal 1995 segretario generale dell'Istituto fino all'immatura scomparsa nel 1997 a Carlo Ghisalberti che l'ha fatta oggetto di un articolo nella Rassegna storica del Risorgimento (a. LXXXVI (1999), pp. 3-18).
La memoria era destinata all'ambiente colto militare perché fosse in­formato delle ragioni del conflitto e dell'intervento italiano. H 26 gennaio del 1942, nel presentarne la prima stesura, incompleta e provvisoria, il G. fa presente l'opportunità che il lavoro pur continuandosi nella raccolta dei dati e nella loro utilizzazione, venga steso in forma definitiva solo all'ultimo, quando si abbiano a disposizione tutti gli elementi possibili . Ma la memo­ria venne ripresa in esame soltanto il 23 agosto 1943, quindi circa un mese dopo la caduta del regime fascista: G., invitato a consegnare il lavoro, ribadì la necessità di ottenere dall'autorità politica dati, notizie e indicazioni che potessero integrare il materiale che aveva avuto a disposizione esclusiva­mente di natura propagandistica e quindi poco atto alla compilazione di un lavoro serio e documentato .
Nella memoria G. ripercorse la storia del proprio paese dall'indomani della prima guerra mondiale all'inizio della seconda, ripensando così anche la sua vita, con le sue speranze e le sue illusioni, e lungi dal negarle alla luce delle successive esperienze, con grande onestà intellettuale cercò di analiz­zarle e di spiegarne la genesi e la fortuna: dall'insoddisfazione dell'Italia per la pace mutilata , al revisionismo, alle ambizioni coloniali. Ma scrisse anche della tragica illusione , dopo le vittorie tedesche della primavera del 1940, che era stata alla base della decisione di gettare il popolo italiano nel conflitto nella certezza inculcatagli dai suoi capi responsabili che la guerra sarebbe stata breve e facile e nella convinzione che questi avessero preparato i mezzi necessari .
L'8 settembre 1943 l'Ufficio storico dello Stato maggiore, al quale G. era addetto dal marzo 1941, si trovava ad Orvieto dove era stato trasferito