Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Francia. Storia politica. Secoli XVIII-XIX
anno <2000>   pagina <22>
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22 Pasquale Vitigni
La relativa delusione di Lachèze derivava dal rammarico di aver rinunziato ad una alternativa che lo stesso Lebrun gli aveva offerto e che a Danton sembrava preferibile all'ufficio consolare certamente legato a una inevitabile prassi burocratica. Ignoriamo quale fosse l'alternativa. In quel momento tutte le strade erano aperte ai giovani repubblicani che per di più avessero, come gli ex deputati, qualche esperienza legislativa e politico-parlamentare. Gli esempi potrebbero essere numerosissimi Per restare nel­l'ambito italiano viene subito in mente la missione affidata ad un ex mem­bro della assemblea costituente, Eymar, finito anch'egli a Genova e l'incarico a Belleville, divenuto ormai famoso per l'impresa di Napoli, di tornare in Italia con compiti soprattutto esplorativi. Belleville aveva compiuto il viag­gio fino a Genova con il nuovo incaricato d'affari Tilly. Gli affari italiani erano all'ordine del giorno a Parigi dopo il successo dell'incursione di Latouche Treville nel porto di Napoli e l'assassinio a Roma del diplomatico francese Bassville: nei primi giorni di gennaio era forte il proposito di vendicare in qualche modo l'assassinio romano. Nell'ufficio del segretario degli affari esteri Colchen, Lachèze incontrò anche Cacault, in breve con­gedo a Parigi dopo molti anni dì permanenza a Napoli come segretario d'ambasciata e destinato ad una impossibile missione presso il papa.
Sulla delusione, i sentimenti le ragioni di Lachèze conviene lasciare di­rettamente la parola a lui.2)
Egli ricorda come il ministro gli avesse manifestato benevolenza e offerto un posto che avrebbe potuto aprirgli una carriera brillante tale da soddisfare l'am­bizione di uomini di lui più meritevoli. Non sa quale fatalità lo portò allora a rinunziare. Forse il timore di non essere all'altezza delle aspettative e di esporsi in una carriera troppo tempestosa e compromettente non tanto per la mia esistenza egli scrive quanto per quella della mia giovane moglie, che amo, e per quella del figlio ch'ella deve darmi. Provai allora quanto questa specie di beni rende gli uomini timidi, reprimendo lo slancio dell'immaginazione e qualche volta del talento.
Condorcet al quale comunicai le vostre proposte generose mi lasciò nell'in­certezza nella quale mi trovavo. Danton, che arrivò qualche giorno dopo dal Belgio ridiede slancio alla mia ambizione. Mi fece sentire che avevo fatto un errore, che non era alla mia età e nel mezzo di una grande rivoluzione e quando si portava nel proprio animo l'entusiasmo della libertà che si doveva porre dei limiti alla propria carriera e che bisognava preferire il cammino della gloria a un consolato, da consi­derare come una ritirata. Io sentii tutta la giustezza delle riflessioni di Danton, ma non era più tempo di ritornare sui miei passi Avrei potuto darmi un'aria di legge­rezza ai vostri occhi sollecitando un posto che avevo appena rifiutato .
Q AMÀEP, Comspondame consulairt cit. f. 12.