Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Francia. Storia politica. Secoli XVIII-XIX
anno <2000>   pagina <24>
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24 Pasquale Villani
morte di Condorcet. Il console tentava di capire e di reagire. L'otto luglio si metteva in viaggio per Parigi, motivando la sua partenza da Genova con la necessità di denunziare gravi malversazioni nella gestione degli acquisti e nei conti. Ma appaiono più fondate e impellenti le altre motivazioni. Vuole portare al ministro i voti dei patrioti genovesi di cui è importante che si conoscano i principi, il carattere e forse anche le cause del loro attuale raffreddamento per la nostra rivoluzione [...]. E tempo cosi concludeva che qualcuno si rechi a Parigi per dirvi a viva voce tutto ciò che non si può scrivere. Egli si rivolgeva al nuovo ministro Deforgues, il quale grazie all'autorità ancora potente di Danton aveva preso il posto di Lebrun, che lo stesso Danton non aveva potuto salvare.
La temporanea assenza da Genova esponeva il console all'accusa, che Tilly non mancò di muovergli, di una vera e propria defezione in un mo­mento particolarmente difficile. Proprio in luglio il contrasto tra i repubbli­cani moderati e di simpatie girondine, come Eymar e Lachèze, e il radicale giacobino Tilly esplodeva abbastanza apertamente a Genova ed è docu­mentata nella corrispondenza di Eymar e di Tilly. L'episodio culminante fu nella diversa, anzi contrastante, reazione all'arresto da parte degli austriaci in Svizzera dei diplomatici francesi Maret e Sémonville, arresto che segnava anche la fine del piano diplomatico di Danton per la pace.
Lachèze era di ritorno a Genova alla fine di settembre. Il ministro de­gli esteri gli aveva raccomandato di tornare in sede al più presto. L'attiva partecipazione degli inglesi alla guerra nel Mediterraneo e la ribellione di Tolone mettevano in crisi tutto il sistema francese e in particolare la posi­zione di Genova. L'episodio più preoccupante fu l'attacco inglese del 5 ottobre al porto di Genova che portò a gravi perdite e alla distruzione della fregata La Modeste. Il terrore ormai imperversava a Parigi, i nobili erano costretti a lasciare ogni carica e da quel provvedimento veniva colpito Eymar, divenuto buon amico di Lachèze. H console riusci a salvarsi dalla bufera anche dopo la caduta di Danton e, nonostante le velenose e perico­lose accuse di Tilly, riuscì anzi a prendersi la rivincita sul diplomatico giaco­bino, affrettandone il richiamo dopo Termidoro. Si era evidentemente defi­lato e aveva potuto contare su una rete di amicizie e di sostegni affidabili.
Un aspetto interessante del modo diverso con cui Tilly e Lachèze guardavano ai rapporti con Genova, che rivela anche la differente più generale impostazione politica e sociale, è nel giudizio che i due diplomatici diedero delle misure adottate dalla Francia per punire il governo genovese della inerzia con cui aveva assistito all'attacco inglese del 5 ottobre.
Il Comitato di salute pubblica aveva imposto l'embargo alle navi geno­vesi e soprattutto aveva sospeso il pagamento delle rendite genovesi L'em­bargo fu presto tolto e quanto alla sospensione dei pagamenti fin dal 21