Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Francia. Storia politica. Secoli XVIII-XIX
anno
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2000
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pagina
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P.K Lacbèjp e i patrioti italiani 25
dicembre Lachèze faceva osservare che produceva uno scoraggiamento che non è favorevole alla nostra causa perché ha già rallentato l'ardore con cui tutti i cittadini tendevano a gettarsi nelle braccia della Francia. Ho preso la libertà di dire al Comitato di salute pubblica aggiungeva che questa misura non mi sembrava politica e neppure conforme ai nostri principi, in quanto colpiva la parte laboriosa e indigente del popolo altrettanto e più che i nobili. Il Comitato non sa forse che gran numero di cittadini lavoratori, i conventi e soprattutto gli ospedali non traggono qui la loro sussistenza che dalle loro rendite piazzate in Francia. Sono in difficoltà da quando i pagamenti non sono più fatti regolarmente e sarebbe una rovina se cessassero del tutto .3)
Le osservazioni di Lachèze furono accolte e Barère si fece interprete della sostanziale revoca delle misure più dure rispondente alla politica di riguardo che si intendeva seguire verso Genova, la quale rimaneva, nella difficile situazione della Francia, una risorsa indispensabile per ogni tipo di rifornimento.
Di tutt'altro parere era Tilly, che dopo l'attacco inglese aveva per lungo tempo taciuto, provocando anche un richiamo del ministero degli esteri, e che propugnava una immediata soluzione militare e comunque una politica di rigore verso gli oligarchi genovesi. Si è visto che fin dal luglio del 1793, nel partire per Parigi, Lachèze aveva espresso il proposito di farsi interprete dei patrioti genovesi La richiesta della revoca delle sanzioni era fatta in nome di ragioni umanitarie e della opportunità di non alienarsi l'opinione pubblica genovese. Tilly giudicava in tutt'altro modo la decisione di revocare la sospensione dei pagamenti ed anch'egli si appellava alla opinione dei patrioti genovesi, che a suo dire non avrebbero apprezzato il provvedimento. L'atto di generosità della Francia, che aveva soddisfatto il governo degli oligarchi, sarebbe stato considerato dai patrioti come una calamità. Essi mi hanno detto: la revoca della sospensione non è favorevole che ai ricchi, poiché, salvo poche eccezioni; soltanto i ricchi hanno dei fondi in Francia .
È evidente che i due rappresentanti francesi tendono a farsi interpreti, non si sa fino a che punto fedeli, di due distinte e contrastanti espressioni dell'opinione pubblica e degli interessi economici e sociali. Che i contatti con i patrioti fossero nella città ligure intensi, abbastanza liberi e importanti è variamente testimoniato, anche se sarebbe utile ed interessante approfondire meglio l'argomento. In tema mi sembra opportuno ricordare che Eymar prima di partire per la Francia si era fatto rilasciare una dichiaratone da cinquanta patrioti in un documento sottoscritto dal console Lachèze in
9 Correspondanct con subire cit, 1 nivosò (21 dicembre 1793).