Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Francia. Storia politica. Secoli XVIII-XIX
anno <2000>   pagina <28>
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28 Pasquale Villani
Senza pretendere di doverci impegnare nel cuore stesso d'Italia, limi­tiamoci ad attaccare la coalizione in Piemonte, nel Milanese e in Lombardia, Io consiglio questa impresa non per delle vane conquiste, contrarie allo spirito della nostra costituzione e inutili alla felicità della Francia. È per far abortire il progetto dei nostri nemici e per la nostra difesa. Voi sapete quali sono le disposizioni dei genovesi a nostro favore. Non sarà dai popoli che noi avremo da temere tradimenti e imboscate. Ma bisognerà les menager, rispettare gli oggetti della loro fede (croyancè) e non chiedere loro viveri che porterebbero anche presso di loro la penuria e la carestia.
Era sostanzialmente concorde il parere dei pochi diplomatici francesi allora in Italia di prevenire, dopo la riconquista di Tolone, la reazione della coalizione che sembrava diretta ad acquisire punti di forza nel territorio genovese. L'intervento francese vi fu e portò alla occupazione di Loano ed Oneglia e alla impostazione di piani per un più diretto intervento in Italia che erano patrocinati anche da Agostino Robespierre e che dopo Termidoro furono rinviati a un più propizio momento, mentre si tornava a una politica più distensiva verso Genova, alla quale fu sacrificata l'arroganza di Tilly.
Dal 1794 a Cherasco
Dopo questi avvenimenti i dispacci di Lachèze perdono interesse, e quelli conservati al ministero degli esteri sono certamente lacunosi dopo Termidoro. Sulla fine del '94 e poi nel '95 il console comincia nuovamente ad esprimersi su temi di interesse politico. Ad esempio nel dicembre del 1794 interviene sulla questione degE emigrati e anche sulla diffusione, che ritiene deplorevole, del robespierrismo in Italia, diffusione che, come è da presumere, egli constatava tra i patrioti italiani. Non è senza interesse rilevare questo accenno ricordando la posizione politica di Lachèze vicina ai patrioti italiani di ascendenza iUuministica e repubblicana alla Condorcet. L'esperienza della mobilitazione delle energie popolari per la difesa della rivoluzione e della unità della repubblica in Francia avevano certamente modificato l'orientamento degli ambienti filofrancesi in Italia aprendo la strada a una nuova generazione di patrioti più decisamente unitari e giaco­bini Può sembrare singolare che di ciò si prendesse coscienza o che il fenomeno si manifestasse dopo la caduta di Robespierre e il crollo del giacobinismo in Francia. Ma a ben vedere le vie di penetrazione del giaco­binismo e la varietà e la diversità della situazione in Italia possono ben spiegare questa apparente sfasatura cronologica. Del resto il problema del giacobinismo italiano è ancora uno dei temi più complessi e discussi della storiografia italiana.