Rassegna storica del Risorgimento

GIOBERTI VINCENZO
anno <1921>   pagina <605>
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Vimemo G-ióberli Ministro plenipotenziario a Parigi 60tf
volenza; e La prego a rassegnarle l'omaggio della mia piùviva e profonda gratitudine. Ma siccome l'intento del benignissimo Principe è quello di onorarmi; e se accettassi la pensione, i miei nemici (che non sono pochi, né tutti di un colore) non manche­rebbero d'interpretare l'accettazione a pregiudizio delPonor mio, e se ne servirebbero per annullare quel poco di autorità che possono ancora avere le mie pai-ole a difesa della monarchia civile e delle dottrine conservatrici; così mi affido che il Be, colla umanità medesima che gli ha suggerito di favorirmi, mi permetterà di togliere ogni appiglio ai malevoli, solo accettando del suo real dono l'onore che me ne torna.
Fra i più vivi desideri che io nutra si è quello di vedere effettuate le sane e generose dottrine del suo discorso agli elet­tori. Ma non Le ho dissimulato o non Le dissimulo ch'Ella tro­verà dei gravi ostacoli; non solo nei corrivi e nei cattivi, ma nei buoni e moderati medesimi; e forse ancora più in questi che in quelli; atteso il genio del nostro paese, dove la prudenza timida e municipale è in favore, non la politica ardita, energica e na­zionale. E pur questa è la sola che può salvare l'Italia. Ma non vi ha persona più di Lei capace a farla trionfare; e se Ella non riesce, io avrò.per disperate le sorti della nostra patria.
Io aiuterò, così da lontano e secondo il mìo piccolo val­sente, l'opera sua; se pur avrò ancora tanto di lena che basti. Ed è appunto per poter conciliare questo mio disegno colle condizioni di fortuna, ch'io La pregava di sciogliermi al più presto da ogni vincolo diplomatico. Vi ha molto da dire in questi tempi, come vi ha molto da fare; ma ozio e quiete si richieggono a chi è dalle cure, dagli anni e dalla afflitta salute stanchissimo. Ma io non potrei sortire l'effetto, né pigliando parte ai brogli elettorali, né parlando direttamente agli elettori; ohe dopo le cose passate, e la condizione singolare che amici e nemici concorsero a procacciarmi nel nostro paese, io non posso più servirlo se non sequestrandomi da ogni partecipa­zione diretta e indirotta delle faccende: i mezzi ordinari in mia mano o non farebbero frutto alcuno, o solo di poca considera­zione. Non entrerò ad esporle paratamente le* ragioni di quanto dico, sia perchè non potrei spedirmene in breve, e perchè do­vrei entrare in particolari e ragguagli che mi ripugnano. Le dirò solo che la mia risoluzione muove dall'esperienza; avendo imparato da un anno a conoscere i miei compatrioti; e fatto