Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Francia. Storia politica. Secoli XVIII-XIX
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2000
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32 Pasquale Villani
i patrioti italiani sono così malcontenti, così irritati e furiosi per l'armistizio, del quale non hanno tuttavia nessun diritto di lamentarsi, che se oggi si rinnovassero a proposito del prestito le antiche richieste, gli oligarchi, contenti di noi, si deciderebbero ad accordarci un po' di danaro, ma se si dovesse appoggiare la nostra richiesta con la forza, non potremmo più contare qui sul partito che è sempre stato a nostro favore, tanto è di cattivo umore per la tregua, che considera come preludio di una pace certa con Torino, di perdono per tutti i delitti, contro di noi della Corte di Roma e di quella di Napoli.
Ma in Cacault prevalgono senza esitazione le considerazioni sulla ragion di stato, in questo caso volte soprattutto contro il Piemonte, ma ben presto in piena consonanza con gli obiettivi di Bonaparte. È naturale non occuparsi se non dei nemici che contano. Le piccole potenze debbono essere sacrificate: nous aurions gran tort de le ménager ou de donner acces à leur seduction, leur conduite antecedente est indigne, ne le admettez point à négocier, mais seulement à paraitre devant le Directoire qui le jugera.
Ben presto la situazione viene chiarita dallo stesso Bonaparte, che convince facilmente anche Lachèze certamente più sensibile di Cacault alle istanze dei patrioti piemontesi e genovesi. Basta un viaggio a Tortona, un incontro col generale vittorioso e la ritrattazione è piena. Il 9 maggio (20 floreale, 9 maggio 1796) il console scrive al suo ministro di aver ragionato su una falsa ipotesi quando credeva possibile la rivoluzione in Piemonte e aveva disapprovato l'armistizio, ignorandone le circostanze, ma un viaggio a Tortona e la conversazione col generale. Bonaparte e con Saliceti lo hanno fatto revenir d'une excess nel quale era caduto per le false notizie che gli erano state date da qualche patriota e da viaggiatori poco attenti.
Come diceva Danton egli prosegue la rivoluzione non si può fare all'acqua di rosa e i piemontesi sono contenti del loro re, dei loro nobili e preti, in una parola leur servititele leur plait, noi siamo dei vincitori e non dei fratelli. A Mondovì hanno piantato l'albero della libertà ma l'hanno fatto i francesi e seccherà non appena le truppe francesi si allontaneranno. Nello stesso cantone i patrioti sono andati a chiedere danaro a Saliceti per fare la loro rivoluzione. Bisogna aggiornare jort lotti la rivoluzione di questo paese. Hanno fatto bene dunque i generali Quanto al futuro prossimo, e in particolare al Milanese, se i popoli di quella contrada sono pronti alla rivoluzione noi la opereremo e le daremo sicurezza conservando le piazze forti che io non credevo potessimo conservar in caso di continuazione della guerra, poiché ignoravo ancora gli articoli della capitolazione, che sono realmente indipendenti dal successo dei negoziati. Se al contrario la rivoluzione fallisce anche parmt le gras et pacifìques habitants du Milanaìs, la conquista di questa provincia comporterà nondimeno la pace con l'imperatore. Noi avremo egualmente delle contribuzioni in Italia e lo scopo della campagna, come possiamo ragionevolmente concepirlo, è raggiunto .