Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Francia. Storia politica. Secoli XVIII-XIX
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2000
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40 Pasquale Villani
tomber, pour ainsi dire, dans nos mains par l'obligation ou se verront les deux partis de recourir à nous pour se sauver d'une subversion totale.
Le conclusioni prudenti e un po' ciniche con le quali Lachèze chiudeva la sua missione napoletana non furono sufficienti a far dimenticare a Talley-rand e a Napoleone lo spirito d'indipendenza, le iniziative autonome, i contatti più o meno riservati con alcuni gruppi di patrioti italiani, il suo passato girondino e forse anche qualche ombra nella sua gestione degli affari, anche se in questo campo Bonaparte, ma soprattutto Talleyrand, potevano essergli maestri.
I dati formali sulla sua biografia ci informano che richiamato da Napoli, secondo la sua esplicita richiesta, sarebbe stato nominato console a Venezia (18 agostol798-18 giugno 1799) ma il rinnovarsi della guerra gli avrebbe impedito di esercitare questo ufficio. Il Direttorio gli affidò allora un incarico presso il generale Joubert, dopo la cui morte il generale Masse-na lo trattenne presso di sé fino al blocco di Genova. Nel 1801 Lachèze si presentò al Primo console, accompagnato dal fratello che era giudice di Cassazione, per chiedere di essere ancora impiegato. Qualcosa ottenne perché fu inviato a Lucca col generale Murat Nuove accuse furono lanciate contro di lui per illeciti affari, soprattutto relativi a vendite di vino.
Non sono attestati altri incarichi da parte del governo francese. L'ex girondino era ormai entrato nell'entourage di Gioacchino Murat, che lo nominò nel gennaio del 1809 direttore del registro e dei demani prima all'Aquila, poi a Reggio Calabria. Dopo alcuni avanzamenti di carriera, morì a Napoli, come direttore di prima classe, il 21 dicembre 1813.21)
PASQUALE VILLANI
2I) A questa notizia, che si ricava da AMAEP, Personnel cit, si possono aggiungere alcuni particolari dallo spoglio di documenti dell'Archivio di Stato di Napoli, per me cortesemente consultati dalla dr. Daria Storchi e dal dr. Di Matteo. La nomina al 31 gennaio 1809 risulta dal dossier rtgistro e bollo 1105; nel dicembre 1810, dai dati per l'annuario reale del 1811, risulta direttore provinciale della registratura e demani dell'Aquila (Finanze 2736). Nel giugno 1813 viene denunziato per profitti illeciti al procuratore regio presso il tribunale di prima istanza dì Calabria ultra da un certo Rocco ScaJfaro, che sembra un prestanome inesistente. Dalla indagine viene scagionato (Finanze 2411).