Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Orvieto. Storia dell'arte. Secolo XIX
anno
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2000
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pagina
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41
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LA PAZZIA DI GUALTERIO E LA CAPPELLA NOVA NEL DUOMO DI ORVIETO
Nel Fondo Correnti del Museo del Risorgimento di Milano è conservata una interessante lettera di Gualterio all'alloca ministro della Pubblica Istruzione,1) datata Firenze, 8 settembre 1871, con la quale lo scrivente dà notizia dello stato di fatto dei restauri nella cappella Nova o di San Btizio dove, tra l'altro, è conservato l'altare della sua famiglia. Il testo propone due elementi di riflessione: da un lato offre lo spunto per esaminare uno dei momenti più oscuri della vita di questo originale e importante uomo politico, dall'altro richiama l'attenzione su una fase non secondaria del restauro della cappella che rimane a tutt'oggi quasi ignorato. Ma procediamo con ordine.
H marchese Filippo Antonio Gualterio è una delle più significative figure dell'Ottocento umbro. Figlio di una antica e nobile famiglia orvietana, monarchico intransigente, storico di alto livello, fu attivo nel processo di unificazione italiana; prima deputato poi senatore del Regno, fu prefetto in alcune delle più importanti province, per breve tempo ministro dell'Interno e poi della Real Casa.
Manca ancora una biografia organica sul personaggio, per le difficoltà incontrate nel poter consultare le carte di famiglia, per altra documentazione sparsa in mille rivoli, per la sua difficilissima grafia, ma anche per la complessità di un carattere e di un indirizzo politico che è certamente riduttivo etichettare sotto il titolo di Mazzini di casa Savoia,2) In ogni caso, a voler
'> Cesare Correnti, milanese, fu scrittore prolifico e pubblicista. Già deputato nel parlamento subalpino; fu ministro della Pubblica istruzione nel 1867 durante il breve governo Ricasoli; non confermato da Mcnabrca, tornò allo stesso dicastero con Lanza il 14 dicembre 1869, Di indirizzo laico, riusci a far sopprimere le facoltà teologiche; nel disegno di legge per il miglioramento economico degli insegnanti introdusse l'eliminazione dei direttori spirituali nei ginnasi, ciò provocò innumerevoli critiche e costrinse Lanza a ritirare l'intero progetto, il ministro si dimise il 17 maggio 1872
~) Tale appellativo, ripetuto poi innumerevoli volte, si deve a LUIGI BoNAZZl, Storia di Perugia dalle origini al 1860, a cura di Giuliano Innamorati, Città di Castello, Unione Arti Grafiche, I960, p. 487 (I edizione, Perugia, Tip. Boncompagni e C, 1879).