Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Orvieto. Storia dell'arte. Secolo XIX
anno <2000>   pagina <45>
immagine non disponibile

ha pazzia dì F.A. Gualterio 45
Luigi Bonazzi nella sua storia di Perugia, il cui secondo volume appar­ve nel 1879, anno della morte, dedica poche righe a Gualterio, ma molto incisive; oltre all'epiteto già ricordato di Mazzini di casa Savoia, diventato poi fin troppo noto, egli scrive: Perpetuo sognator di congiure, dacché cessò di congiurare; tuttavìa benemerito della causa italiana, finché non cominciò a perdere a poco a poco il bene dell'intelletto.12) Un giudizio troppo aspro sul quale sembra ancora pesare la responsabilità attribuita dai perugini al governo piemontese per le stragi di Perugia; un giudizio, però, che vista l'autorità di storico attribuita a livello locale al Bonazzi, ha pesato e pesa sulla fortuna storiografica del personaggio.
Anche Fumi13) nella sua stringata biografia, ricca dei migliori elogi, usa espressioni come uomo di natura austera e rigida, troppo franco e leale oppure Venne il 1848 e lo trovò caldo di amore di patria e pronto a mettervi tutto l'entusiasmo della sua natura esaltata. Parlando poi degli ultimi anni, aggiunge: Ritraendosi a vita privata seco trascinava il germe di un dolore profondo che innanzi tempo lo rese vecchio e taciturno, e l'addusse, turbato nella mente, alla pace del sepolcro .
Per ribadire il suo particolare carattere, che lo accompagnò per tutta la vita, possiamo ricordare che già nel 1860, quando preparava l'insurrezione di Orvieto, veniva definito dai giovani liberali di Cortona, dove risiedeva, il Tenebrone .14)
Vittorio Bersezio, riferendo della formazione del gabinetto Menabrea, nato dopo la crisi di Mentana, non risparmia critiche verso il nuovo mini­stro dell'Interno che definisce: Conosciuto di umori vivamente partigiani, d'indole superba, di tendenza a mezzi polizieschi, che scambiava per accor­tezza politica, poco equo nell'apprezzare gli avversari, meno tollerante delle opinioni altrui, arrecando nelle idee e nei propositi del partito moderato a cui egli s'era ascritto una foga che ben si scostava dalla moderazione.15)
Ernesto Masi in un suo lavoro bibliografico dedica una pagina a Gli ultimi rivolgimenti italiani che giudica opera generosa ma squilibrata come l'autore che poi finì, al pari del Farini, in un esaurimento cerebrale, confi­nante colla pazzia. Originale, seppur priva di senso, ci sembra la motiva­zione che Masi adduce per spiegare tale pazzia, nella quale accomuna diversi
L. BONAZZI, op. dt., p. 487,
L. FUMI, Orviéto. Note storiche e biografiche dt., pp. 203-208; l'autore sbaglia la data della morte che colloca al 1 febbraio 1871.
H; Cfr. COMMISSIONE STORICA PER LA COMMEMORAZIONE, op. cit., p. 14.
i5) VITTORIO BERSEZIO, // regno di Vittorio Emanuele II Trentanni di vita italiana, li­bro ottavo, Torino-Roma, Roux Frassati e C. editori, 1895, p. 289.