Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Orvieto. Storia dell'arte. Secolo XIX
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2000
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50 Stefania Maglioni
vero sia avvenuto per una malattia mentale; resta l'ipotesi, secondo noi più plausibile, che sia stato determinato da una patologia di tipo polmonare. Gualterio era sicuramente avvilito per restromissione dal governo, poi per la morte della figlia; malato e stanco, e per questo forse più scontroso, ma certamente lucido e ancora ansioso di offrire, in un modo o nell'altro, i suoi servigi alla patria. Si impegnò in questi ultimi anni a portare avanti il suo lavoro su L'Italia e Roma, sviluppando la tesi conciliatorista, opera rimasta ancora oggi inedita. A mettere in dubbio la pazzia dell'orvietano giungono anche le osservazioni di Romano Ugolini che, con Narciso Nada e Vincenzo G. Pacifici, ha tentato una prima coraggiosa ricostruzione del personaggio, pubblicata, mentre il presente lavoro era in bozza, nel volume monografico Filippo Antonio Gualterio.31)
Non possiamo dire se dopo il '69 ebbe ancora degli incarichi ufficiosi dal governo o dal re anche se non mancano indizi in tal senso. Il Diamilla Muller, ad esempio, definendolo ancora ministro della Real Casa nell'agosto del '70, lo dice particolarmente impegnato negli affari riguardanti la questione romana e i primi tentativi di conciliazione; nota è anche la sua azione nel raccogliere informazioni durante il concilio Vaticano.32) Anche la lettera che pubblichiamo, comunque, dà un piccolissimo ma significativo scossone alla tesi del pazzo inattivo. Nel settembre 1871 era a Firenze, reduce da una gita a Orvieto, quindi sufficientemente mobile; godeva della fiducia del ministro Correnti che evidentemente frequentava e con il quale, si coglie, aveva in corso anche altri affari. Ancora senatore del Regno, seppur non in maniera continuativa, partecipò alle sedute, l'ultimo intervento, nel dicembre 1873 è per il duomo di Orvieto.33) La città umbra lo aveva visto nascere, lo aveva cacciato violentemente nel 1849, lo aveva visto protagonista della sua liberazione nel 1860; ma anche l'attaccamento per il suolo natio era una fede, nel bene e nel male, e ad esso pensa fino a che le forze lo sorreggono, a non più di due mesi dalla morte.
H particolare legame con la cattedrale orvietana risulta evidente fin dai suoi primi studi, tanto che nel Discorso preliminare alla Cronaca di Francesco Montemarte, pubblicata nel 1846, dedica al monumento ben tre pagine. Ne
30 Per il periodo che ci riguarda si veda ROMANO UGOLINI, Filippo Antonio Gualterio ministro della Real casa, la patria, gli ultimi anni, in N. NADA-V.G. PAOFICI-R. UGOLINI, Filippo Antonio Gualterio cit pp. 143-150.
32) DEMETRIO DIAMILLA MULLER, Politica segreta italiana (1863-1870), Torino-Roma, L. Roux e G editori, 1891, pp. 409-410 (I ed. 1880); CARLO FALCONI, Il cardinale Antonella Vita e carriera del Rìchelieu italiano netta chiesa di Pio IX, Milano, Arnoldo Mondadori, 1983, p. 448.
W Rendiconti del Parlamento italiano cit.