Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Orvieto. Storia dell'arte. Secolo XIX
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2000
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52 Stefania Mariani
dei restauri, degli spostamenti, dei lavori [.,.].35) Una prima organica normativa si ebbe con il regio decreto del 7 agosto 1874 in virtù del quale venivano nominate Commissioni conservatrici dei monumenti e delle opere d'arte, per tutte le province per le quali non sia già stato provveduto con esito soddisfacente da anteriori disposizioni (art. 1); le commissioni, a cura del ministero della Pubblica Istruzione, dovevano essere composte di 4 o 6 commissari, nominati per metà dal governo e per metà eletti dai consigli provinciali, presiedute dal prefetto. Con il regio decreto del 28 marzo 1875 fu poi istituita una direzione centrale degli scavi e dei musei, mentre con quello del 5 marzo 1876 fu creata in ogni provincia del Regno una commissione consultiva conservatrice dei monumenti d'arte e d'antichità. La normativa di questo periodo ci dà la misura dell'esigenza di una precisa organizzazione in materia di beni artistici e culturali e della confusione legislativa dei primi anni post-unitari soprattutto in questioni di competenza. Vedremo infatti nel caso di Orvieto le opposizioni dell'Opera del duomo e del municipio rispetto all'ingerenza dello Stato.
Tale situazione giustifica il ricorso da parte del ministro ad un sicuro interlocutore per conoscere lo stato di fatto del monumento. La scelta di Gualterio non era certo casuale, orvietano di nascita, uomo di grande cultura, la sua famiglia possedeva da secoli un altare nel lato sinistro della cappella nova; fu esattamente Giulio Gualterio nel novembre 1603 a fare la richiesta di una cappella con giuspatronato perpetuo per la sua famiglia, richiesta immediatamente concessa dal camerlengo della reverenda fabbrica.36) Per di più il padre Ludovico, come risulta da una delibera del 1845, aveva fatto parte della Commissione amministrativa della reverenda fabbrica del duomo.37) Infine, come si legge nel testo, l'Operajo, ovvero il responsabile dell'Opera, che fece dipingere Signorelli era in qualche modo legato alla famiglia, ma su questo dato non abbiamo per ora riscontri.
Gualterio procede nel descrivere dettagliatamente, con chiare e sintetiche parole come era da sempre nel suo stile lo stato della cappella e i lavori già eseguiti. Sulle vicende costruttive e decorative della cappella e sui molteplici restauri esiste una vastissima bibliografia; come raffronto con il
39 Relazione sul progetto di legge per la conservatone dei monumenti e degli oggetti d'arte e di archeologia, Senato del Regno, Sessione 1871-72, estratto, p. 2.
* LAURA ANDREANI, / documenti. Appendice I, in ha cappe/la Nova o di San Briaco nel duomo di Orvieto, a cura di Giusi Testa, Milano, Rizzoli, 1996, pp. 440-441, docc nn. 298-299.
*i) C. CARLA BERTORELLO, Restauri antichi e moderni nella cappella di San Brisjo, in // Duomo di Orvieto, a cura dì L. Riccetti, Roma-Bari, 1988, pp. 217-245, in particolare le pp. 235-236.