Rassegna storica del Risorgimento

Italia. Storia politica. Secolo XX
anno <2000>   pagina <63>
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Sorel e D'Annuncio
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troppo presto.1 Il 22 maggio 1914 osservò che l'Italia doveva essere totalmente sconosciuta in Francia, se si riteneva che persone come Fer­rerò e D'Annunzio rappresentassero il più alto grado del pensiero ita­liano .n)
Lo scoppio della guerra mondiale vide Sorel attestato subito su posi­zioni di aperta condanna. Non già che egli, teorico della violenza, fosse contrario per principio ad ogni guerra. Ma, quella guerra, per lui non pro­metteva nulla di buono. Egli cercò in ogni modo di mettere in guardia gli amici italiani che i principi democratici sbandierati dall'Intesa nascondevano un grosso inganno e che l'Italia non aveva niente da guadagnare, ma tutto da perdere, dall'entrata in guerra. Lo scrisse a tutti i sindacalisti con cui era ancora in contatto, così come a Croce, Pareto e Missiroli. Era preoccupato soprattutto del livello culturale che il precipitare degli avvenimenti favoriva ogni giorno di più. In generale scrisse a Croce il 26 ottobre 1914 i terribili avvenimenti attuali non hanno prodotto che una letteratura sprege­vole: D'Annunzio, Gabriel Séailles, Romain Rolland parlano da filosofi: è spaventosamente comico. Non manca che Papini .12) Anche Croce, come sappiamo, era del tutto contrario all'intervento per ragioni politiche e morali, oltre che per la scarsa simpatia da lui provata, come Sorel, per certa retorica pretestuosa delle democrazie e in particolare di quella francese, e anch'egli fu durissimo con tutti gli intellettuali che facevano campagna per l'intervento pretendendo di dare alla guerra una giustificazione morale e ideologica conforme alle loro convinzioni.13)
Così, mentre il filosofo napoletano invitava Prezzolini a non istigare alla guerra,14) Sorel criticava tutto il gruppo vociano, e in particolare Pa-
) G. SOREL, Lettere a Benedetto Croce cit, pp. 196, 198. Sorel si riferiva in particolare a M. MURET, M. Gabriel D'Annuncio et la criiiqm italienne, in Revue des Deux Mondes, novembre 1913, pp. 180-204, il quale, peraltro, citava un giudizio di Croce che, nel 1904, aveva definito D'Annunzio un grande poeta.
'*) G. SOREL, Lettere a Benedetto Croce cit, p. 202. Sui rapporti con Ferrerò si veda M. SlMONETTI, Georges Sorel e Guglielmo Ferrerò fra cesarismo borghese e socialismo, in // Pemero Politico, a. V (1972), pp. 107-151.
,2> G. SOREL, Lettere a Benedetto Croce cit, p. 204. Sulle convinzioni estetiche di Sorel si veda D.D. EGBERT, Arte e sinistra in Europa, Milano, 1975, pp. 279-293.
5 Cfr. B. CROCE, Pagane sparse. Serie HI: Pagjne sulla guerra, a cura di G. Castellano, Napoli, 1919. Si veda anche S. ROMANO, Croce, Gentile e /' idealismo militante di Pres(-iplinì, in D. RUESCH-B. SOMALVICO, La Voce e l'Europa, Roma, s.d., pp. 163-164.
ri G. DE ROSA (a cura di), Carteggi paretiani, Roma, 1962, p. 433. Sull'atteggiamento di Prezzolini verso la guerra ri veda R. DE FELICE, Presso lini, la guerra, il fascismo, in Storia contemporanea, a. XIII (1982), n. 3.