Rassegna storica del Risorgimento
Italia. Storia politica. Secolo XX
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2000
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Sorel e D'Annuncio
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Era ora, a suo avviso, che gli Italiani seri cominciassero a reagire contro le tendenze ciarlatanesche che assai probabilmente avrebbero trionfato dopo la guerra: c'era infatti di che spaventarsi al pensiero di cosa avrebbe potuto essere un'Europa in cui avessero trionfato personaggi come D'Annunzio, Reinach e i redattori della Voce. In Italia questo pericolo doveva essere avvertito più facilmente che altrove, poiché D'Annunzio, i futuristi e Papkti non potevano venire presi sul serio da nessuno.31)
Ma non si faceva troppe illusioni in proposito, tanto che all'inizio del 1917 scrisse di non aspettarsi molto da persone che ammiravano D'Annunzio, Barrès e tutti i clans della letteratura senz'anima.32) Contro la tirannia di simili intellettuali invocò uno di quei ricorsi che erano stati previsti da Vico, poiché, per passare da un tempo che tratta D'Annunzio come un maestro ad un tempo pieno di valori quirirari , ci sarebbe voluta una catastrofe che ci precipitasse in un Medio Evo .33)
La conclusione della guerra parve dar subito ragione alle pessimistiche previsioni soreliane circa il trattamento riservato all'Italia dalla Conferenza della pace, in quanto l'Intesa sembrava venir meno alle sue promesse, misconoscendo l'imponente sforzo bellico italiano. D'altra parte, anche in Italia si formarono due correnti d'opinione: l'una favorevole e l'altra contraria all'annessione della Dalmazia; tra i contrari vi erano Bissolati e Prezzo-lini, e Sorel rivolse le sue critiche ad entrambi,34) essendo intimamente convinto del carattere italiano della costa dalmata, per motivi storici, geografici e linguistici.35)
Attaccò la diplomazia francese, denunciò gli intrighi dell'alta finanza inglese e l'ipocrisia di Wilson, definito il grande giustiziere e il falso
lì ID., Lettere a un amico d'Italia cit, p. 203. Come è stato osservato, Sorel il "classicista" non ha mai provato la sia pur minima simpatia nei riguardi dei futuristi. D'Annunzio e Papini sono ai suoi occhi solamente la versione transalpina di Barrès e di Maurras sui quali riversa fiumi di critiche sarcastiche (S. SAND, Prolegomeni ad una critica della storiografia soreliana: Due leggende da sfatare, in Annali della Fondazione Luigi Einaudi, a. XVI (1982), p. 336).
3 G. SOREL, Lettere a Benedetto Croce cit, p. 255.
33) ID., L'Allemagne a-t-el/e le secret de Vorganisationì, Paris, 1916, pp. 17-19. Cfr, anche G. BUSINO, Georges Sorel e Vilfredo Pareto, in J. JULLIARD-S, SAND (a cura di), Georges Sorel en son temps, Paris, 1985, p. 329.
34) Sullo stato d'animo in Italia nell'immediato dopoguerra si veda O. BARIÉ, Luigi Alberini, Torino, 1972, pp. 382-404.
35) G. SOREL, La Dalmata, in 11 Tempo, 14 febbraio 1919. Si vedano anche le osservazioni di S. ROMANO, Sorel et le sys tèrne des relations internationales à la fin de la Première Guerre mondiale, in Cahhrs Georges Sorti, a. Ili (1985), p. 44.